Mi giro, mi rigiro e penso: ok, ho sbagliato a segnarmi l’indirizzo.
Controllo, ricontrollo, cerco la mail dell’invito e….e no, l’indirizzo è proprio quello giusto!!! Quello di una libreria specializzata, che ancora sopravvive in un angolo di Milano che profuma ancora di quella Milano Milano ormai irriconoscibile anche solo a pochi passi da qui.
Però poi ti avvicini, scruti dalla vetrina e vedi dentro un enorme cubo sul quale campeggia il logo di Vive. Ok, non ho sbagliato! Il banner HTC è defilato dietro la porta d’ingresso come a suggerire “ehi ragazzi, Vive è qui, ma non diciamolo troppo in giro…”
Per chi ancora non sapesse cos’è HTC Vive consiglio di leggere questo articolo di HDblog dove viene spiegato il funzionamento.
Ma a me interessa raccontarvi cosa si prova a indossare Vive e ad immergersi nella sua realtà virtuale, fatta di pixel e sensori.
Purtroppo, in questo caso, è impossibile raccontarvelo con un video, dovrei impiantarmi un chip nella testa che catturi quello che i miei occhi percepiscono e quello che viene elaborato dal mio cervello ma: primo, a noi umani non è dato di sapere se questa tecnologia esista, secondo, non mi farei mai impiantare nulla nel cervello….
E questo sono io, intento a cucinare con ingredienti virtuali, oppure a disegnare su un’ipotetica lavagna tridimensionale, che si sviluppa a 360° x 360° (e si, dire a 360 gradi è riduttivo), oppure a godermi un paesaggio preistorico.
E si, perchè sarebbe troppo facile vi raccontassi di com’è figo giocare con Vive, quello lo hanno già fatto tutti e, anzi, il premio vinto da Vive all’ultimia Paris Games Week lo certifica.
Io vi racconterò di come vedo mille altri usi di un visore così avanzato, che non c’entra nulla con i vari Oculus, Gear VR e affini. Con Vive il senso di interazione con la scena è totale, grazie anche ai due controller che interagiscono con il contesto. Si possono usare per toccare oggetti, disegnare nello spazio e in mille altri modi che solo la fantasia degli sviluppatori può limitare. La precisione nel “carpire” i movimenti di testa, corpo, mani è millimetrica, la scena riprodotta dai display è fluida, molto realistica e le lenti ben tarate fan si che la scena non sembri troppo vicina o “finta” come mi è capitato di notare con altri visori che, tra l’altro, mi hanno sempre causato una sensazione di nausea che, con Vive, si è presentata solo dopo quasi 20 minuti di demo. Ma c’è anche da specificare che io sono particolarmente sensibile.
Pensate se ogni scuola fosse dotata di Vive. I bimbi potrebbero interagire con la storia, toccare con mano i dinosauri, conoscere i Babilonesi, salutare i pinguini del polo.
O immaginate di dover ristrutturare casa e di essere indecisi sul da farsi. Una bella passeggiata virtuale nell’appartamento ristrutturato prima ancora di iniziare i lavori potrebbe farvi risparmiare parecchi soldini o potrebbe evitarvi scelte sbagliate…..
Tutto bello? Quasi: la definizione degli “occhiali” pur essendo elevata, lascia intravedere i pixel e il cavo che collega visore a pc ovviamente non si vede nella scena proiettata e dopo un po’ vi si attorciglierà attorno al corpo, occhio a non inciampare!
VOTO 8