Condividere Uber con un ubriaco non è sicuramente un’esperienza piacevole o tranquilla. E soprattutto, non c’è modo di prevenire certe situazioni, almeno fino ad oggi. La soluzione sembra però in dirittura d’arrivo e il merito lo si deve all’intelligenza artificiale.
La CNN ha individuato appunto una domanda di brevetto che prevede un piano per il rilevamento dei comportamenti dell’utente, al fine di stabilirne la sobrietà o meno. Questo sistema tiene traccia di come qualcuno usi tipicamente l’app di Uber: quanto velocemente scrivono (e con quanti errori di battitura), con quale precisione fanno clic sui pulsanti, la loro velocità di marcia ecc.
Questi sono i fattori principali collegati all’algoritmo pianificato da Uber, oltre questi ovviamente ve ne sono di altri. Quali? Ad esempio il “quando e dove” è stata richiesta la corsa, se si tratta di orari notturni in prossimità di discoteche o locali, è molto probabile che il cliente non abbia bevuto acqua. A seconda dei loro livelli di sobrietà (o della loro mancanza), un passeggero può abbinare solo i conducenti che sono addestrati o esperti nel maneggiare persone in questo stato.
C’è da dire che, visti i più di 100 casi di aggressione o abuso su passeggeri ubriachi, questo sistema potrebbe in qualche modo facilitare la ricerca ai conducenti. Uber non ha risposto in merito, ha però fatto notare che, trattandosi di una domanda di brevetto, si tratti solo di un servizio “nascente”.
Carlo Cannarella