Cambridge Analitica sembra aver aperto gli occhi a Facebook e Twitter dopo lo scandalo che sollevò un enorme polverone sulla figura di Mark Zuckerberg.
Da quel giorno Mark ha giurato davanti ai giudici di intensificare i controlli sul trattamento dei dati e di combattere duramente la disinformazione. Quest’ultima è argomento all’ordine del giorno, il web è praticamente pieno di fake news e titoloni che gridano a scandali che, nel 99% dei casi, non esistono.
L’argomento principale, nemmeno a dirlo, è la politica; l’argomento attira facilmente l’attenzione di molti e porta a milioni di condivisioni di notizie assolutamente false.
Facebook se n’è accorta nuovamente e ha provveduto a rimuovere ben 652 pagine/gruppi/profilo ritenuti falsi e che disinformavano allo scopo di influenzare le opinioni politiche.
Quattro sono le principali campagne di disinformazione politica evidenziate, localizzate in Iran e Russia (luoghi in cui il clima politico non è certo dei più miti, per intenderci) e una di queste campagne contava ben 74 pagine, 70 account e 3 gruppi decisamente numerosi e 75 pagine Instagram.
L’organizzazione era molto accanita, al punto da investire ben 6000 dollari per pubblicizzare i propri post e aumentare a macchia d’olio il bacino di utenza, arrivato in poco tempo a numeri vertiginosi. Basti pensare che la pagina Instagram più seguita aveva già 155.000 followers.