Velocità, aggiornamenti, tenuta nel tempo del prezzo e delle prestazioni, sono queste le promesse di OnePlus riguardo ai suoi prodotti e, quindi, ho deciso di provarli tutti per metterli alla prova.
Aprile 2014, OnePlus One si poteva comprare solo tramite inviti e, all’epoca, spaccò il mercato con il suo prezzo di 299 euro, abbinato a specifiche da top di gamma.
All’inizio fu oggetto delle mie critiche per alcuni aspetti che non mi piacevano, aspetti che in parte sono migliorati col tempo grazie agli aggiornamenti software. A distanza di 5 anni, incredibilmente, è ancora utilizzabilissimo: stories Instagram, fluidità, velocità.
Arrivato con la Cyanogen 11, aggiornato poi alla Oxygen OS ma, grazie alla Community, ci sono un’infinità di ROM non ufficiali che lo portano fino ad Android 9.
Mancava ancora qualcosa, qualche che è arrivato con il OnePlus 2: forse il OnePlus che mi è piaciuto meno per colpa dello Snapdragon 810, un processore troppo energivoro, che faceva diventare tutti gli smartphone un fornetto. Uno smartphone che però introduce uno slider per la modalità silenziosa, non disturbare ecc.
Anche lato prestazioni sembra andare peggio, anche lui però aggiornato per ben due anni.
OnePlus X è stato invece lo smartphone che ha floppato, poche vendite per il top gamma compatto.
Poi arriva OnePlus 3, la svolta per OnePlus: telefono incredibile che passa a materiali più premium e introduce il display AMOLED. Snapdragon 820, prestazioni sempre al top, assolutamente utilizzabile anche oggi e con l’aggiornamento ad Android 9 in arrivo (ben oltre i due anni promessi).
Android 9 che è già arrivato il OnePlus 3t che porta lo Snapdragon 821 che migliora anche lato consumi, migliorandone l’autonomia.
Mi era piaciuto tanto, motivo per cui avevo detto sì al primo OnePlus Tour.
Si passa dal 3t al OnePlus 5 con lo Snapdragon 835, uscì a 499 euro. Aggiornato tutt’ora, siamo ad Android 9 Pie, per un smartphone che tutt’ora se la gioca lato prestazioni con altri top gamma attuali. E da questo modello in poi, OnePlus comincia ad accorciare il gap lato camere con la concorrenza, OnePlus 5 è anche il primo smartphone dell’azienda con la doppia camera.
Il OnePlus 5t diventa più al passo coi tempi con il display a 18:9, spostando il sensore di impronte sul retro e diminuendo parecchio le cornici del display.
Con OnePlus 6 arriva la tacca e lo Snapdragon 845, un design più tondeggiante e la colorazione rossa che mi è piaciuta tanto.
Con questo OnePlus 6 si sale al prezzo di 549 euro.
Dal 3 in poi, tutti i display sono stati AMOLED, decisione apprezzata dagli utenti che però si lamentarono del display di OnePlus 5 che soffriva di effetto jelly. Un piccolo difetto che a me non ha mai dato davvero fastidio, era quasi impercettibile ma è chiaro che, quando si alza l’asticella del prezzo, anche le critiche si fanno sentire.
OnePlus 6t migliora tanto, grazie ad una batteria che dura veramente tanto, una tacca ancora più piccola e il sensore di impronte sotto al display.
Bello anche l’evento di presentazione che venne anticipato di un giorno per non presentare lo smartphone nel giorno della presentazione dei nuovi iPad.
E arriviamo ai giorni nostri con la serie 7: per la prima volta arrivano due smartphone contemporaneamente.
OnePlus 7 che è un OnePlus 6t aggiornato con le memorie UFS 3.0, OnePlus 7 Pro che aumenta le dimensioni e, soprattutto, il prezzo che lo porta a scontrarsi con i top di gamma di altri brand. Io continuo ad amare e preferire il OnePlus 7.
La strategia è chiara: offrire dei top gamma, soprattutto lato prestazioni, con una costante e crescente attenzione verso ogni altro aspetto.
Dal 3 e 3T io continuo ad amare OnePlus perchè porta prodotti affidabili, veloci, aggiornati nel tempo e che non perdono valore nel tempo. L’unica considerazione è sul 7 Pro, non vorrei che questa crescita li portasse a perdere quell’attenzione al rapporto qualità prezzo.