Sono stato a Roma, nella sede centrale di Open Fiber (ma anche per strada presso uno scavo), per capire cos’è la fibra ottica, come si posa e come funziona, dallo scavo fino all’utente finale!
Lo scavo dove viene posata la fibra è profondo circa 1 metro ed è qui che si posa la guaina che andrà a contenere la fibra ottica. Guaina necessaria per proteggere il cavo di fibra ottica che passerà al suo interno e per renderla identificabile (il colore di Open fiber è l’azzurro). Il cavo di fibra ottica è spesso poco meno rispetto alla sezione della guaina e viene inserito, per tratte mediamente lunghe, attraverso l’uso di un compressore ad aria che favorisce la posa del cavo all’interno della guaina.
Sopra lo scavo vengono posati 20cm di sabbia e una malta cementizia particolare che cambia in base alla città, qui a Roma è il Duramix. Il tutto necessario a proteggere lo scavo e ad evitare abbassamenti.
Il punto successivo rispetto allo scavo è il Pop. Il Pop è il “point of presence” ovvero il punto di raccolta di tutti gli utenti del quartiere. I cavi posati raggiungono il pop e i terminali ottici al suo interno. Il Pop da me visitato è un “Pop di quartiere” e fornisce circa 60.000 unità immobiliari, esistono anche Pop nazionali che raccolgono i Pop di quartiere e traguardano tutto il resto della rete.
Ma l’armadio? L’armadio contiene i cavi provenienti dal Pop e i cavi che portano direttamente alla casa dell’utente. Questo punto di flessibilità è un elemento importantissimo della rete, Open Fiber fa in modo che tutti gli operatori che collaborano con loro abbiano ognuno il proprio “splitter 1-16” all’interno dell’armadio lasciando anche la possibilità di avere altri splitter in caso necessitino di maggior capacità. Ricordo che Open Fiber si occupa solo dell’infrastruttura tecnologica della rete ma sono gli operatori che poi affittano le loro reti e vendono il servizio agli utenti finali. L’armadio è passivo, non ha necessità di alimentazione elettrica perchè all’interno della fibra ottica passa la luce, non l’elettricità.
La fibra dall’armadio passa poi all’edificio attraverso l’installazione di un terminale PTE che permette di collegare l’intero edificio all’armadio e conseguentemente alla rete. Su tutta la colonna montante dell’edificio viene predisposto il cavo e ad ogni piano viene posto un diramatore di piano a cui verrà collegato il cavo mono-fibra che collegherà, in ultimo, la casa dell’utente.
La fibra arriva dentro l’abitazione attraverso la borchia ottica e il cavo ottico viene poi inserito all’interno di uno scatolotto in grado di tradurre il segnale ottico in ethernet da collegare successivamente al modem che fa anche da router WiFi.
L’intera fase di installazione è opera di Open Fiber, indipendentemente dall’operatore a cui vi siete rivolti (ovviamente deve essere uno di quelli che utilizza la rete Open Fiber).
Completando l’installazione è tempo di speedtest e approfitto per ribadire ciò che ho detto in numerosi miei video a riguardo: l’infrastruttura di rete domestica è importante tanto quanto quella di rete esterna. Nella mia giornata di esperienza ho anche avuto la possibilità di effettuare uno speedtest della neo-installata rete di un utente a cui il provider di internet aveva messo a disposizione un modem Fritz e un apparecchio Mesh (sempre di Fritz). I risultati sono stati molto buoni e l’utilizzo dell’apparecchio Mesh permette di espandere la rete in tutta casa ed avere ottimi risultati che nel mio test WiFi si sono attestati intorno ai 500MB/s in download.
L’ultimo punto focale da visitare è forse il più importante: il SOC (service operation center). All’interno del SOC da me visitato è presente il Pop nazionale di Roma Laurentina e raccoglie tutto il traffico del centro-sud. All’interno del SOC è presente una centrale di controllo dove vengono gestiti gli eventuali guasti segnalati dagli operatori. Qui la fibra ottica porta su un altro livello la gestione dei guasti. All’interno della borchia che si trova a casa dell’utente è presente un riflettore che registra una traccia al momento dell’installazione, che potremmo definire la carta d’identità della linea, che permette di individuare, eseguendo nuovamente la traccia, la presenza di eventuali problemi. La fibra, inoltre, permette di individuare precisamente il punto di rottura con conseguente maggior facilità nella risoluzione del problema.