Design ricercato, qualità dei materiali, prestazioni e buona personalizzazione. Si tratta di una parente stretta di Volvo, 100% elettrica e che vuole distinguersi. Ci riesce? Giudicatelo voi, sicuramente la cura con la quale viene costruita si percepisce ma il prezzo non è certo da low cost, soprattutto di questa versione che abbiamo provato.
Design e Interni
Il design è ricercato sì, ma il filo che la ricollega a Volvo è ben visibile sia nelle linee della carrozzeria che soprattutto nei fari, i quali richiamano l’iconico “Martello di Thor” (Mjöllnir per gli amici). Polestar 2 è lunga 4.61 metri, larga 1,98 e alta 1.47.
Lo spazio a bordo, considerata la lunghezza della vettura, non è poco. Il tetto che va a scendere potrebbe causare qualche fastidio per la testa agli occupanti posteriori ma solo se alti almeno 1.90. Per il resto si sta bene, anzi, i materiali sono ottimi, tutti pensati per ridurre l’impatto ambientale, quindi pelle vegana e plastiche riciclabili. Ottime sono anche le finiture e gli assemblaggi, nulla da dire sotto questo punto di vista e l’aria che si respira a bordo è premium.
L’infotainment è touch, eccezion fatta solo per la rotellona del volume e poco più, ma l’interfaccia è studiata per avere sempre le funzioni principali raggiungibili con pochi tap e non distoglie troppo l’attenzione dalla strada. Il sistema operativo è Android Automotive ed è compatibile con Apple Car Play.
Il baule posteriore ha una capienza di 405 litri, che diventano 1.095 a sedili abbattuti ed è ben organizzato, ma ne troviamo anche uno anteriore, da 41 litri.
Prima prova su strada
Polestar 2 è disponibile in varie versioni: due sono con motore elettrico singolo da 170kW di potenza e 330Nm di coppia che si distinguono per la batteria da 67 o 75 kWh e la terza ha il doppio motore elettrico per 300 kW totali e 660 Nm (350kw e 680Nm con performance pack, quella in prova) con batteria da 75kWh.
L’autonomia dichiarata è di 474 chilometri nel ciclo misto WLTP per la “single motor” con batteria da 67 kWh e 542 chilometri per la “long range” da 75 kWh. La “dual motor” invece percorre 482 chilometri.
La ricarica avviene sotto corrente alternata AC a 11kW oppure corrente continua DC a 135kW per la batteria piccola e 150kW per la più capiente da 75kWh.
La versione da noi provata per prima è stata la dual motor con pacchetto performance, la più potente di tutte, ed è davvero una vettura capace di “attaccarti al sedile” dotata di grande accelerazione, di impianto frenante Brembo e di sospensioni Ohlins regolabili meccanicamente, quindi in maniera manuale.
Si guida sia in autostrada, se avete il pacchetto Pilot con gli assistenti alla guida che sono tarati molto bene e non causano manovre brusche, che fra le curve, sempre con grande piacere. L’assetto e la trazione integrale le danno una ottima dinamicità, accentuata dalle sospensioni, ovviamente se tarate più sul rigido, e dall’ottimo lavoro del telaio.
La single motor base è molto diversa, più adatta alla città, meno prestante, ma con pur sempre 170kW, e meno rigida, anche per via dei cerchi più piccoli. Insomma, visto il prezzo rimane una valida alternativa per chi la usa in città e non cerca le prestazioni sportive.
Parliamo quindi di prezzi. Polestar 2 parte da 50.900 euro con singolo motore, batteria più piccola e dotazioni di serie, se aggiungete i pacchetti “Pilot” per gli ADAS e “Comfort” per l’impianto audio Harman Kardon, i sedili riscaldati e altro arrivate a 58.400 euro, quindi full optional. La Dual Motor con anche il pacchetto Performance, quindi la top di gamma, che abbiamo provato all’inizio costa 71.400 euro. La più equilibrata probabilmente è la single motor ma con batteria più grande che viene circa 62.000 euro pacchetti Pilot ed Optional compresi.