Sì, OnePlus ha fatto centro! Come? Con una genialata è riuscita ad avere sul nuovo Watch 2 tutti i vantaggi, le funzioni e le app unici del sistema WearOS di Google ma ha risolto il suo difetto più grande, l’autonomia. C’è riuscita in un modo molto particolare, usando non uno ma due processori di diversa potenza e consumo energetico che si alternano in base a quello che c’è da fare..
La grande novità è sicuramente quella del dual engine ma andiamo un attimo con ordine. In confezione si trova il cavo con attacco magnetico di ricarica e lo smartwatch, niente alimentatore. Smartwatch che è costruito in acciaio inossidabile, disponibile sia in color acciaio che nero ma in ogni caso certificato IP68, resistente a 5 atmosfere di pressione e in grado di soddisfare gli standard militari. Il peso è pari a 49 grammi mentre in quanto a misure siamo a 46 millimetri di larghezza per 47 di lug-to-lug, cioè lo spazio che occupa sul polso in senso traversale rispetto al braccio, e 13,65 di spessore includendo la sensoristica.
Il display è un AMOLED da 1.43″ di diagonale con risoluzione 466×466, 326 PPI e luminosità dichiarata di 600 nits. Un grande pro e un contro, il pro è il vetro zaffiro a protezione che come sappiamo è praticamente antigraffio e ci mette al sicuro anche per l’uso outdoor. Il contro invece è proprio la luminosità non elevatissima ma devo dire nemmeno insufficiente, ci può stare. In generale è quindi un bel display, dotato ovviamente di always-on ma con un movimento di attivazione con rotazione del polso abbastanza preciso da non far sentire la necessità di attivare l’always-on.
Veniamo adesso al dual-engine, il doppio processore. OnePlus ha scelto di affiancare allo Snapdragon W5 Gen 1, ottimo processore ma energivoro, il BES2700. Se volete sapere nello specifico quali funzioni necessitano dello Snapdragon e quali no potete trovare l’elenco completo sul sito di OnePlus ma in generale mi sono reso conto che già il BES2700 riesce a fare quasi tutto quello che gli viene richiesto nella quotidianità, anche quando lo smartwatch usa lui infatti le notifiche arrivano lo stesso e lo sport si può comunque monitorare. Lo Snapdragon risulta indispensabile per usare le app scaricate dal Play Store e anche per i quadranti di terze parti. Occhio a quale quadrante scegliete perché potrebbe fare la differenza fra 5 giorni di autonomia o uno solo.
Ho trovato il monitoraggio dello sport, sia in termini di GPS che di frequenza cardiaca e SPO2 molto preciso, magari non proprio da riferimento ma comunque ottimo per chi non è un atleta professionista. Gli sport monitorabili sono oltre 100 e c’è anche un’ottima modalità sonno che riconoscendo quando vi addormentate oltre a monitorare la qualità del sonno riesce anche ad attivare il non disturbare, cosa che ho trovato utile e anche affidabile.
L’autonomia è sempre stata il difetto dei wearable con WearOS, sistema operativo by Google tanto completo quanto energivoro e di solito si ferma a 1 o 1,5 giorni. Qui, grazie alla trovata del dual-engine a me è durato 4 giorni, poi ho messo il risparmio energetico, che comunque non è limita in maniera esagerata l’utilizzo, e con l’ultimo 10% ho fatto anche il quinto giorni. I 10 giorni quindi sono davvero possibili se non gli si chiede troppo o si usa il GPS.
Il prezzo di questo OnePlus Watch 2 è pari a 329 euro, al lancio 299 e sì, lo avrete ormai capito, mi ha convinto e resterà al mio polso ancora per un po’. Poter finalmente avere Wear OS e anche più di 1/2 giorni di autonomia la reputo una grande novità. Non ha nemmeno grossi difetti, mi vengono in mente solo la mancanza di connettività cellulare, le chiamate infatti si possono fare ma solo se collegati al cellulare, e il feedback della vibrazione, non abbastanza secco e preciso.