Quando si parla di NAS, i primi nomi che vengono in mente sono quasi sempre gli stessi: Synology e QNAP. Marchi consolidati, con un ecosistema software molto vasto e un hardware che negli anni si è dimostrato solido. Proprio per questo motivo, la prova del nuovo NAS di Ugreen partiva con un certo scetticismo: può davvero un outsider reggere il confronto? Dopo due settimane di utilizzo intensivo, la risposta è sorprendentemente positiva. Non solo l’hardware è convincente, ma anche il software mostra grande maturità.
Che cos’è un NAS e a cosa serve
Per chi non ha dimestichezza con il termine, un NAS (Network Attached Storage) è, in parole semplici, un hard disk collegato non al singolo PC ma alla rete. Questo consente di accedere ai dati da più computer, creare spazi personali per ogni utente, cartelle condivise, e — soprattutto — raggiungere i file anche da remoto. In pratica, è come avere un proprio cloud privato, un’alternativa a servizi come Dropbox o Google Drive, ma ospitata direttamente in casa o in ufficio.
Hardware: potenza e versatilità
Il modello in prova è la versione a quattro bay, probabilmente la più equilibrata in termini di configurabilità. L’hardware colpisce subito:
- Processore Intel a 5 core con 55 W di TDP, progettato per l’ambito server.
- 8 GB di RAM di serie, espandibili fino a 64 GB.
- Espansione con SSD M.2 posizionati nella parte inferiore, pensati per la cache o per creare volumi veloci.
- Prezzo attorno ai 600 euro, che nella fascia entry-pro è davvero aggressivo.
La presenza della cache SSD è una delle funzioni più intelligenti: si possono usare hard disk meccanici, economici e affidabili, per lo storage principale, e lasciare che il sistema sposti automaticamente i file più usati sugli SSD, ottenendo così la velocità tipica degli SSD e la capienza degli HDD.
Ottima anche la dotazione di porte: 10 Gbit Ethernet, indispensabile per trasferimenti rapidissimi, USB-A e USB-C fino a 10 Gbit, HDMI per il collegamento diretto a un monitor, slot SD per importare velocemente file multimediali. In questa fascia di prezzo non è comune trovare tanta generosità.
La mia configurazione
Per mettere alla prova il NAS ho scelto una configurazione mista. Nella prima baia un SSD Samsung da 1 TB, pensato per i file da usare ogni giorno. Negli altri tre slot, tre WD Red da 4 TB ciascuno, configurati in RAID 5. In questo modo, anche se uno dei dischi dovesse guastarsi, i dati restano accessibili e sostituire l’unità non comporta alcuna perdita.
Questa non è una soluzione di backup (che può comunque essere impostato su cloud o su un secondo NAS), ma garantisce un livello di sicurezza molto utile in ambito lavorativo. L’installazione fisica dei dischi è rapida e ben guidata, grazie a slitte solide e alla presenza in confezione di tutto il necessario, persino pasta termica per gli M.2.
Software: semplice e completo
Se l’hardware convince, il vero esame è il software. L’interfaccia Ugreen si presenta pulita, con un pannello di controllo chiaro e icone facilmente accessibili. L’installazione iniziale è stata semplice, e già al primo avvio ho ricevuto un aggiornamento di sistema: segno che il supporto non manca.
Il NAS supporta i file system ext4 e Btrfs, offre gestione degli utenti con permessi differenziati, creazione di gruppi e condivisione controllata delle cartelle. Non mancano i protocolli classici: SMB, FTP, NFS, WebDAV, tutti configurabili in pochi passaggi. L’accesso remoto può avvenire tramite il cloud proprietario di Ugreen, veloce e senza le penalizzazioni che spesso affliggono Synology, o con configurazioni manuali via VPN.
Dal punto di vista delle applicazioni, l’offerta è meno ampia rispetto a Synology, ma tutto ciò che serve è presente: gestione foto, video, musica, versioning dei file, snapshot di sistema, compatibilità con Docker e con Home Assistant. Manca un’app nativa per la videosorveglianza, ma per il resto l’ecosistema è già piuttosto completo.
Prestazioni: la prova sul campo
Le prestazioni sono state un altro punto di forza. Nei trasferimenti in rete a 10 Gbit, il NAS ha toccato 350-380 MB/s con hard disk meccanici e oltre 540 MB/s con SSD, valori molto vicini a quelli di Synology. Nei test di copia interna, Ugreen è risultato addirittura più veloce del concorrente, segno di un hardware ben bilanciato.
La stabilità è stata costante: nessun blocco, nessun rallentamento, anche durante trasferimenti di decine di gigabyte. E la gestione della cache SSD fa davvero la differenza, migliorando sensibilmente la reattività nell’apertura di file usati di frequente.
App mobile: un punto a favore
Un aspetto dove Ugreen sorprende è l’app per smartphone. A differenza di Synology, che costringe a installare applicazioni separate per foto, file e cloud, qui tutto è integrato in un’unica app. Si può accedere ai file, gestire l’archiviazione, controllare lo stato del sistema e, soprattutto, gestire automaticamente il backup delle foto dello smartphone.
Il riconoscimento facciale funziona bene: caricate una decina di immagini di un soggetto e il NAS creerà da solo un album dedicato, proprio come accade con i servizi cloud commerciali. Un approccio pratico e immediato, che semplifica la vita agli utenti meno esperti.
Prezzo e considerazioni finali
Con un prezzo di circa 600 euro per la versione a quattro bay, il NAS Ugreen si posiziona in una fascia molto competitiva. Synology, a parità di hardware, richiede cifre molto più alte e spesso non offre nemmeno la stessa dotazione di porte. Esistono versioni a due bay, più economiche ma meno flessibili, e varianti a sei bay per chi ha bisogno di grandi capacità di archiviazione.
In conclusione, il NAS Ugreen è una vera sorpresa: robusto nell’hardware, maturo nel software, veloce nelle prestazioni e sorprendentemente intuitivo da usare. Non raggiunge ancora l’ampiezza dell’ecosistema Synology, ma per la maggior parte degli utenti offre già tutto il necessario. E a questo prezzo diventa una scelta estremamente interessante, soprattutto per chi vuole affrancarsi dai costi crescenti dei cloud pubblici e avere un controllo totale sui propri dati.
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