Un mondo in continua evoluzione quello dei droni ma sul quale ho rallentato qui sul canale. Come mai? La maggior parte superano i 250 grammi, cosa che per via delle normative li rende meno appetibili ed utilizzabili se non da una nicchia di professionisti. Diverso è però il discorso per i modelli ultraleggeri, che uniscono libertà normativa, portabilità e qualità sempre più vicina al mondo pro. È proprio in questa categoria che si inserisce il nuovo DJI Mini 5 Pro, un drone che punta a stabilire nuovi standard e che trovo davvero sensato!
Qualità d’immagine e sensore da 1 pollice
Il primo elemento che colpisce è la qualità video: il Mini 5 Pro monta un sensore da 1 pollice da 50 megapixel, capace di registrare in 4K HDR a 60 fps. La resa è sorprendente, sia in condizioni di forte luminosità sia in controluce, con un HDR che lavora in maniera eccellente e restituisce immagini nitide, dettagliate e ricche di sfumature.
La possibilità di ruotare fisicamente la camera a 90° consente di passare dalle riprese orizzontali a quelle verticali senza perdita di qualità, un dettaglio fondamentale per chi realizza contenuti destinati ai social. Inoltre, grazie al crop 2x sul sensore, il drone riesce a simulare uno zoom quasi ottico mantenendo un livello di definizione elevatissimo.
Prestazioni di volo e intelligenza artificiale
Il Mini 5 Pro non convince solo per l’immagine: anche le doti di volo sono notevoli. Raggiunge una velocità massima di 19 m/s e integra un sistema di rilevamento ostacoli avanzato con telecamere frontali, posteriori, inferiori e persino un lidar per una precisione ancora maggiore.
Durante i miei test, l’auto tracking si è dimostrato estremamente affidabile: il drone è riuscito a seguire un ciclista in scenari complessi, con alberi e ostacoli, evitando autonomamente piante e pali e ritrovando il soggetto anche dopo momentanee occlusioni. In un boschetto fitto è riuscito a destreggiarsi con sorprendente intelligenza, mostrando capacità di riconoscimento della scena di livello superiore rispetto alle generazioni precedenti.
Il sistema di ritorno automatico Smart rappresenta un altro passo avanti: in caso di perdita di segnale, il drone non si limita a tornare in linea retta, ma ripercorre il tragitto dell’andata, minimizzando i rischi di incidenti.
Autonomia, memoria e connettività
L’autonomia dichiarata di 30 minuti si conferma realistica: nei test il drone è rientrato con circa il 10% di batteria residua, offrendo quindi un tempo di volo effettivo molto vicino a quello promesso. La ricarica avviene tramite USB-C direttamente sul drone o con il caricatore multiplo della versione Fly More Combo.
Un dettaglio interessante è la presenza di 42 GB di memoria interna, che permettono di registrare anche senza microSD, una comodità non da poco in caso di dimenticanze. Sul fronte trasmissione, il sistema Ocusync 4 assicura fino a 10 km di portata certificata (io l’ho testato però solo nei limiti consentiti dalla normativa, cioè nel volo “a vista” e non oltre).
Interfaccia e funzioni extra
Il radiocomando rimane sostanzialmente invariato rispetto al modello precedente, con base Android, possibilità di registrare lo schermo e addirittura l’audio tramite microfono integrato. Nel menù fotocamera troviamo le opzioni HLG, D-Log a 10 bit, codifica H.265 o H.264 e tutte le modalità creative tipiche di DJI: Quickshot, Hyperlapse, panorama e così via.
La versione Fly More Combo si distingue anche per la borsa inclusa, finalmente spaziosa e ben organizzata, capace di contenere drone, tre batterie, radiocomando, caricatore e accessori come i filtri ND.
Prezzo e alternative
Il DJI Mini 5 Pro è disponibile a 799 euro solo corpo (utilizzabile con smartphone o radiocomando già posseduto) oppure a 1129 euro in configurazione completa con radiocomando e Fly More Combo.
Nella fascia consumer pura, resta validissimo il DJI Neo, apprezzato per la leggerezza estrema (130 grammi) e la semplicità d’uso senza radiocomando. Tuttavia, per chi cerca qualità d’immagine e funzioni prosumer, il Mini 5 Pro rappresenta oggi la scelta più sensata sotto i 250 grammi.
L’unico punto interrogativo riguarda il futuro Antigravity A1, sviluppato in collaborazione con Insta360 e pensato per le riprese a 360°. Sarà interessante capire se riuscirà a competere sul piano della qualità con il Mini 5 Pro, che al momento detta la legge nel segmento.
Conclusioni
Il DJI Mini 5 Pro si conferma come il miglior drone ultraleggero attualmente disponibile per chi non vuole rinunciare alla qualità. Unisce compattezza, facilità d’uso e libertà normativa a una resa video da categoria superiore e a un sistema di tracking e sicurezza avanzatissimo.
Chi cerca un drone sotto i 250 grammi che non sia solo un giocattolo, ma un vero strumento creativo, troverà nel Mini 5 Pro la risposta ideale. DJI ha centrato ancora una volta il bersaglio, alzando ulteriormente l’asticella nel segmento più competitivo e interessante del mercato.