La promessa è quella di un’interfaccia invisibile: poter registrare un video in prima persona durante una discesa in bici, rispondere a un messaggio WhatsApp senza estrarre lo smartphone, o tradurre un menu semplicemente guardandolo. È questa la visione che guida la seconda generazione di smart glasses nati dalla collaborazione tra Meta e Luxottica. Non sono più solo un esperimento, ma un prodotto disponibile in molteplici forme, incluse le varianti sportive di Oakley.
Ho messo alla prova due modelli, gli Oakley Meta HSTN (lifestyle) e i Vanguard (sport), in uno stress test sul campo per capire cosa funziona davvero, cosa resta ancora un gadget e se questa tecnologia è finalmente pronta per arricchire la nostra vita quotidiana senza complicarla.
Design, ergonomia e differenze: HSTN vs Vanguard
Il primo impatto con i prodotti evidenzia la chiara strategia di Luxottica: offrire la stessa tecnologia di base in una varietà di montature per adattarsi a stili ed esigenze diverse.
- Gli HSTN presentano un design moderno e trasparente, più vicino a un occhiale da sole fashion.
- I Vanguard hanno un’estetica dichiaratamente sportiva, con una montatura più avvolgente, una lente più ampia e, soprattutto, alcuni controlli fisici personalizzabili.
Questa differenza non è solo estetica. Nell’uso sportivo (ad esempio in bicicletta), la presenza di pulsanti fisici sui Vanguard si è rivelata molto più pratica rispetto ai controlli touch, specialmente indossando guanti o con le mani sudate.
Funzioni multimediali: video e audio
La capacità di catturare foto e video in prima persona, a mani libere, è uno dei principali punti di forza di questi occhiali.
Qualità video e foto La fotocamera integrata permette di registrare video fino alla risoluzione di 3K (3024 x 4032) a 30 fps. È importante notare che la registrazione avviene in formato verticale, una scelta chiara a favore dei social media. Sebbene il formato non sia nativo per piattaforme come YouTube, la risoluzione 3K offre un margine di ritaglio (crop) sufficiente per adattare il contenuto anche a formati orizzontali, mantenendo una qualità accettabile. È disponibile anche la modalità 1080p a 60 fps, ideale per riprese d’azione più fluide.
La stabilizzazione si è dimostrata sorprendentemente efficace, gestendo bene le vibrazioni di una discesa in bicicletta su sentiero e persino una scalinata. Anche la gestione del controluce e delle transizioni di esposizione è risultata solida. Un LED visibile all’esterno avvisa le persone circostanti quando la registrazione è attiva, una misura necessaria per la privacy.
Qualità audio e microfoni L’aspetto audio è forse uno dei più riusciti. Gli altoparlanti sono posizionati sulle aste e dirigono il suono verso le orecchie, lasciandole però completamente libere. Questo design “open-ear” è un vantaggio cruciale in termini di sicurezza, specialmente per chi fa sport o si muove nel traffico, permettendo di ascoltare musica o podcast senza isolarsi dai suoni ambientali.
La qualità audio è buona per l’ascolto di contenuti parlati e discreta per la musica. Durante le chiamate telefoniche, l’esperienza è eccellente: la voce risulta chiara per l’interlocutore e la comodità di rispondere senza estrarre il telefono è innegabile. I microfoni si sono comportati bene anche in condizioni rumorose o con vento moderato.
L’assistente “Meta AI”: potenziale e limiti attuali
Il vero elemento “smart” di questi occhiali dovrebbe essere l’intelligenza artificiale integrata. L’interazione avviene tramite il comando vocale “Ehi Meta” o, in alternativa, tenendo premuta l’asta. L’esperienza d’uso, tuttavia, si è rivelata altalenante.
Cosa funziona bene:
- Gestione notifiche Meta: L’integrazione è perfetta con l’ecosistema Meta. Gli occhiali leggono ad alta voce i messaggi ricevuti su WhatsApp, Messenger e Instagram (e SMS).
- Pausa notifiche: È molto comodo poter silenziare le notifiche vocali per un’ora o per tutto il giorno con un semplice comando, evitando interruzioni continue.
- Identificazione e traduzione testo: Una delle funzioni più impressionanti è la capacità di inquadrare un testo (come un articolo di giornale o un menu) e farselo leggere o tradurre in tempo reale. Questa funzione ha un enorme potenziale per l’accessibilità e per chi viaggia.
- Identificazione di base: L’AI è stata in grado di riconoscere e fornire informazioni su un edificio o un monumento, un caso d’uso interessante per il turismo.
Dove l’AI è ancora carente:
- Integrazione con app di terze parti: L’ecosistema è molto chiuso. Non è possibile interagire con app come Telegram o, cosa più grave, con il calendario dello smartphone. Alla richiesta del prossimo appuntamento, l’assistente ha risposto di controllare il telefono.
- Comprensione contestuale: L’AI mostra grandi limiti nella comprensione di scenari complessi.
- Chiedendo le calorie di un piatto di pesce fritto, ha identificato 100g di pesce (100 calorie), ignorando completamente che fosse fritto.
- Inquadrando degli ingredienti per cocktail (Gin, limone, zucchero), ha suggerito un Gin Tonic, nonostante mancasse l’acqua tonica.
- Funzioni di base: L’impostazione di promemoria non è supportata, anche se l’AI offre un “workaround” (scattare una foto del gate dell’aeroporto come promemoria visivo).
- Traduzione live (parlata): Un test durante un evento live ha dato risultati pessimi. La traduzione simultanea era letterale, non contestualizzata e quasi inutilizzabile.
- Interazioni “strane”: A volte i comandi vocali falliscono senza motivo. Ad esempio, l’assistente ha rifiutato di riprodurre musica da Spotify, salvo poi avviarla correttamente tramite il comando touch sull’asta.
L’impressione generale è che Meta AI, almeno nella sua versione attuale, sia un passo indietro rispetto ad altre intelligenze artificiali generative più mature. L’integrazione con sistemi più avanzati o una maggiore apertura all’ecosistema dello smartphone sarebbero necessarie per sbloccarne il vero potenziale.
Batteria e gestione dei file
L’autonomia è un punto cruciale per un dispositivo “wearable”. Durante il test, iniziato alle 9:30 e terminato intorno alle 18:45, gli occhiali (modello HSTN) hanno raggiunto il 7% di batteria. L’uso è stato intenso e misto: circa 1.5 ore di musica, una ventina di clip video registrate e diverse interazioni con l’AI. Si può stimare un’autonomia reale di circa 8-9 ore con uso misto.
Un aspetto importante da notare è il consumo della batteria durante l’importazione dei media. L’app Meta View può essere impostata per importare automaticamente foto e video sullo smartphone, ma questa operazione drena rapidamente la batteria degli occhiali. È consigliabile disattivare l’importazione automatica e avviarla manualmente, magari quando gli occhiali sono in carica nella loro custodia.
Conclusioni: due prodotti, due verdetti
Al termine della prova, la valutazione dei due modelli diverge nettamente, nonostante condividano quasi interamente hardware e software.
Oakley Meta Vanguard (prezzo: 549 €) Questi occhiali, pur con i limiti di un’AI ancora acerba, hanno un senso molto chiaro. Per uno sportivo, un ciclista o un creator di contenuti d’azione, i vantaggi sono tangibili:
- Riprese a mani libere con ottima stabilizzazione.
- Audio “open-ear” per sicurezza e intrattenimento.
- Controlli fisici adatti all’uso con guanti.
- Possibilità di ascoltare notifiche o dati di allenamento (anche se un’integrazione diretta con app come Garmin, al momento assente, sarebbe stata ideale).
Il prezzo è elevato, ma può essere giustificato da un caso d’uso specifico e funzionale.
Oakley Meta HSTN (prezzo: 429 €) Per l’utente “lifestyle”, il mio giudizio è più incerto. Le limitazioni dell’intelligenza artificiale (mancata integrazione col calendario, app di terze parti, comprensione contestuale) rendono l’esperienza d’uso frammentaria. Molte delle funzioni “smart” promesse sono ancora zoppicanti o facilmente sostituibili dallo smartphone. Rimangono ottimi per l’ascolto open-ear e le chiamate a mani libere, ma il costo è significativo.
In sintesi, l’hardware sviluppato da Meta e Luxottica è maturo: i dispositivi sono ben costruiti, la qualità video è buona e l’audio eccellente. È il software, e in particolare l’integrazione dell’AI con la nostra vita digitale, a dover ancora compiere il salto di qualità decisivo per trasformare questi occhiali da gadget interessanti a veri e propri strumenti indispensabili.