Xiaomi Redmi Note 15 Pro+: UNBOXING e PRIME IMPRESSIONI

Non è ancora il momento per una recensione definitiva, e c’è un motivo ben preciso. Xiaomi ha deciso di alzare nuovamente l’asticella – e forse anche un po’ la confusione – con la nuova famiglia Redmi Note. Oggi mi concentro sulla punta di diamante, il Redmi Note 15 Pro Plus 5G, un dispositivo che sulla carta strizza l’occhio ai flagship ma che, alla prova dei fatti, mostra luci accecanti e qualche ombra software da non sottovalutare (per ora).

Queste sono le prime impressioni dopo i primi utilizzi, quindi più di un unboxing ma non ancora una recensione (in attesa del software definitivo e di avere sottomano la gamma Redmi Note 15 completa) per uno smartphone che punta tutto su due carte: estetica e una batteria mostruosa.

Unboxing e design: la moda della similpelle

L’esperienza inizia dalla confezione. Al suo interno troviamo l’etichetta energetica (classe B, ma con una resistenza alle cadute valutata A), il cavo dati e una piacevole sorpresa: una cover in silicone morbido. Niente plastica rigida ed economica, ma una protezione che restituisce un buon feeling al tatto.

Il telefono segue il trend del momento: la back cover in similpelle (disponibile in colorazioni come Mocha Brown, Glacier Blue e Nero). È una finitura che sta diventando onnipresente nella fascia media, ma che qui è ben realizzata. Tuttavia, il design del modulo fotografico lascia perplessi: troviamo un elemento estetico che simula una lente aggiuntiva, un “fake” che avevamo già intravisto su altri modelli come il Motorola Edge 70.

Le dimensioni sono generose, o per dirla tutta, è una “padella” importante:

  • Dimensioni: 163,34 x 78,31 x 7,91 mm (anche se al tatto sembra superare gli 8 mm).
  • Peso: Circa 207-208 grammi.
  • Protezione: Certificazione IP68 contro acqua e polvere.

L’ergonomia è quella a cui siamo ormai abituati: tasti volume e accensione sul lato, doppio altoparlante, sensore a infrarossi e porta USB-C. Il carrellino supporta la Doppia SIM e c’è la compatibilità eSIM.

Display e multimedialità: l’enigma del volume al 400%

Frontalmente domina un pannello OLED da 6,83 pollici con risoluzione 1.5K (1280×2772 pixel) e refresh rate a 120Hz. La qualità visiva è indiscutibile, con neri profondi tipici della tecnologia OLED. Lo sblocco con impronta sotto al display funziona bene, risultando rapido e preciso.

Sul fronte audio, Xiaomi spinge sul marketing promettendo un boost del volume del 400%. Sebbene i numeri facciano sorridere (matematicamente quattro volte il volume standard è un’affermazione audace), all’atto pratico il suono è potente, anche se la qualità a volumi massimi tende a impastarsi leggermente.

Hardware e software: perché non è una recensione

Arriviamo al nodo cruciale. Sotto la scocca batte il nuovo processore Snapdragon 7s Gen 4, coadiuvato da 8 o 12 GB di RAM e storage fino a 512 GB. Sulla carta, una macchina da guerra per la fascia media.

Tuttavia, l’unità in prova soffre di una gioventù acerba. Il software attuale è una versione pre-rilascio afflitta da diversi bug. Il sistema non riceve ancora gli aggiornamenti ufficiali e l’esperienza d’uso, seppur fluida nella maggior parte dei contesti, non è giudicabile in via definitiva. Rilasciare un telefono (o inviarlo alla stampa) con un software non definitivo è un rischio che Xiaomi corre spesso, ma che penalizza le prime impressioni su un hardware altrimenti valido.

Autonomia: il vero “game changer”

Se il software zoppica, la batteria corre una maratona. Questo è senza dubbio il punto di forza assoluto del Redmi Note 15 Pro Plus. Troviamo una cella enorme da 6.500 mAh supportata da una ricarica rapida a 100W.

I risultati dei primi test sono sbalorditivi: con 4 ore e 50 minuti di schermo attivo, il dispositivo è arrivato a sera con ancora il 57% di batteria residua.

È un risultato che permette tranquillamente di coprire due giorni di utilizzo intenso. Manca la ricarica wireless, ma con una capacità del genere e una ricarica cablata così veloce, se ne sente davvero poco la mancanza.

Fotocamera: 200 Megapixel di luci e ombre

Il comparto fotografico posteriore si presenta con una configurazione a tre sensori:

  1. Principale: 200 MP.
  2. Ultra-grandangolare: 8 MP.
  3. Macro: 2 MP.

La fotocamera principale da 200 megapixel scatta buone foto, con un dettaglio elevato in condizioni di luce ottimale. Anche lo zoom digitale si comporta bene fino a certi livelli, sfruttando il crop sul sensore, ma spingendosi fino al 20x l’interpolazione diventa aggressiva e l’immagine tende a “smarmellare”, perdendo definizione.

La nota dolente è la grandangolare da soli 8 MP: un sensore ormai datato per questa fascia di prezzo, che soffre il confronto con la principale. I video sono sufficienti per l’uso social, ma non aspettatevi miracoli.

Prezzi e considerazioni finali

Il Redmi Note 15 Pro Plus 5G arriva sul mercato con un posizionamento prezzo ambizioso:

  • Versione 8/256 GB: 479 euro (lancio).
  • Versione 12/512 GB: 529 euro.

A queste cifre, il dispositivo entra in competizione con molti “flagship killer”. Al momento, il prezzo appare elevato, specialmente considerando la presenza di una fotocamera grandangolare sottotono e l’assenza di uno zoom ottico dedicato. Probabilmente, il vero best buy della serie potrebbe nascondersi nel modello base (lanciato a 199 euro), più compatto ed equilibrato per l’utente medio.

Come da tradizione Xiaomi, il consiglio è di attendere il fisiologico calo di prezzo (“street price”) o le offerte bundle. Una volta sceso sotto la soglia psicologica dei 400 euro, grazie a quella batteria infinita, potrebbe diventare un punto di riferimento.

Vi do appuntamento alla recensione completa e alla comparativa tra tutti i modelli della serie Note 15, non appena il software sarà definitivo.