Dyson ha recentemente lanciato la sua prima lavapavimenti, si chiama Wash G1, e si tuffa dritta in un settore già dominato dai brand cinesi. Il confronto con il Dreame H12 Pro mi sembrava più che a fuoco, vista la consolidata esperienza di Dreame da una parte ed il nuovo approccio di Dyson con la doppia spazzola dall’altro. Ci sono tanti punti in comune fra i due prodotti ma anche tante differenze (oltre al prezzo) e mi è quasi sembrato che questo Dyson andava ancora affinato.. Ma andiamo con ordine.
Dal punto di vista del design, entrambi i dispositivi hanno una struttura simile, con due serbatoi separati per l’acqua pulita e quella sporca. Il Dyson offre un serbatoio da 1 litro per l’acqua pulita e uno da 0,8 litri per quella sporca, mentre il Dreame H12 Pro ha una capacità leggermente inferiore (0,9 litri e 0,7 litri). Tuttavia, la gestione dei serbatoi del Dreame risulta più semplice, grazie a una disposizione più intuitiva che rende le operazioni di riempimento e svuotamento meno complesse. Il Dyson, invece, ha serbatoi combinati che devono essere rimossi insieme, una scelta che potrebbe risultare meno comoda user-friendly.
Entrambi i modelli sono dotati di display che mostrano informazioni utili come la percentuale della batteria e le modalità di pulizia. Il Dyson Wash G1 dispone di una doppia spazzola, che gli consente di pulire in modo più rapido, ma lascia uno spazio di circa 2 cm dal bordo su un lato, dovuto alla posizione dei motori. In confronto, il Dreame H12 Pro, con la sua singola spazzola, riesce ad arrivare vicino ai bordi da entrambi i lati, offrendo una copertura più uniforme.
La maneggevolezza è simile tra i due dispositivi, con un peso di 3,9 kg ciascuno, ma il Dyson si distingue per la capacità di inclinarsi quasi fino a 180°, consentendo una maggiore flessibilità sotto i mobili. Tuttavia, il Dreame compensa con una funzione che continua ad aspirare per un paio di secondi dopo essere stato posizionato in verticale, riducendo il rischio di gocce residue sul pavimento.
Durante il test pratico, entrambi i modelli hanno dimostrato buone capacità di aspirazione. Il Dyson ha rimosso velocemente liquidi come latte e ketchup, ma ha avuto qualche difficoltà a pulire a fondo le fughe, lasciando alcuni residui. Al contrario, il Dreame è risultato più efficace nel pulire le fughe, grazie al sensore di sporcizia che aumenta la potenza automaticamente quando necessario.
Il Dyson permette di regolare la quantità di acqua, utile per non inumidire eccessivamente il pavimento in caso di parquet, ma lascia comunque qualche goccia quando viene sollevato. Il Dreame, pur non avendo la stessa regolazione, gestisce meglio l’acqua in modalità automatica e non lascia tracce di umidità visibili. Poi ha la modalità di sola aspirazione, che continua ad aspirare e a far ruotare la spazzola senza inumidirla quindi si può alternare alla modalità classica se si vuole lasciare il pavimento più asciutto.
La fase di manutenzione e autopulizia dei rulli rappresenta un punto cruciale per entrambi i dispositivi. Il Dyson Wash G1 ha una base che permette la pulizia dei rulli, ma l’assenza di una vaschetta contenitiva implica che il lavaggio dei rulli avviene principalmente tramite getti d’acqua. Il Dreame H12 Pro, invece, include una vaschetta nella base che consente un lavaggio più completo e soprattutto l’asciugatura del rullo con aria calda, un dettaglio che riduce notevolmente la formazione di cattivi odori dopo l’uso.
Anche la manutenzione manuale è differente. Il Dreame permette di rimuovere e pulire facilmente la parte secca e liquida dei rifiuti, mentre il Dyson richiede una gestione più attenta, con la necessità di smontare e pulire manualmente i rulli e le parti interne per evitare odori sgradevoli.
L’autonomia è alla pari, circa 30/35 minuti su entrambi ma Dyson ha reso la batteria estraibile, comodo sia se se ne vuole avere una di ricambio senza stare ad aspettare la ricarica sia per sostituirla dopo qualche anno quando perde efficienza. L’autonomia però non dipende solo dalla batteria ma anche dall’acqua e qui Dreame ha fatto un lavoro nettamente migliore perché il serbatoio dell’acqua pulita dell’H12 dura circa il doppio, sintomo di una maggiore gestione dell’acqua e minori sprechi, probabilmente la doppia spazzola del Dyson influisce sul consumo maggiore.
Conclusioni
Il Dyson Wash G1 si distingue per la doppia spazzola e la buona capacità di aspirazione, ma presenta alcune limitazioni in termini di facilità d’uso e manutenzione, piccoli difetti, unito a quello delle spazzole meno efficaci sulle fughe, che mi sembrano quasi ingenui, quasi frutto di uno sviluppo frettoloso. Il Dreame H12 Pro, pur essendo più semplice come struttura, risulta più pratico e offre alcune funzionalità che lo rendono più adatto a un utilizzo continuativo, come l’asciugatura automatica dei rulli. La scelta tra i due modelli dipende quindi dalle specifiche esigenze dell’utente: chi cerca una pulizia più rapida potrebbe preferire il Dyson, mentre chi apprezza la facilità di manutenzione e un approccio più versatile troverà nel Dreame una soluzione più pratica.