FOTOVOLTAICO CONDIVISO per TUTTI dalle PROMESSE ai FATTI!

Sotto un cielo limpido e uno spazio un tempo vuoto, oggi sorge un impianto fotovoltaico frutto di un’idea semplice e potente: rendere l’energia rinnovabile accessibile e condivisa attraverso il crowdfunding. Questo progetto, che unisce tecnologia, agricoltura e partecipazione collettiva, è stato reso possibile da un team visionario che ha trasformato un semplice campo in una centrale solare moderna e intelligente. Ma prima di arrivare al presente, è utile fare un piccolo passo indietro.

Un terreno, un sogno e un investimento

Tutto è cominciato con un terreno assolato, apparentemente anonimo, che oggi ospita un impianto fotovoltaico da 0,5 megawatt. L’iniziativa è stata finanziata attraverso una campagna di crowdfunding che ha permesso a centinaia di persone comuni di partecipare all’investimento. Chi ha messo una quota, oggi può dire: “Lì c’è anche un po’ dei miei soldi”.

L’impianto, progettato e installato da Francesco di i-Pergola, utilizza pannelli bifacciali da 710 W di picco, capaci di catturare non solo la luce diretta del sole ma anche quella riflessa dal terreno (l’albedo), aumentando così l’efficienza fino al 10%. La struttura segue il sole con un sistema di tracker solari comandato da motori brushless trifase a bassa manutenzione, gestiti da una scheda di controllo interamente progettata in Italia. I pannelli, montati su un’infrastruttura in acciaio, si inclinano automaticamente per seguire il movimento del sole durante la giornata e nei diversi mesi dell’anno, adattandosi anche alle condizioni atmosferiche grazie a sensori di pioggia, vento e grandine.

Le sfide del terreno e della burocrazia

Non è stato tutto semplice: durante la realizzazione dell’impianto si sono scoperti affioramenti rocciosi non rilevati precedentemente, costringendo il team a ricorrere a tecniche di pretrivellazione e fissaggio avanzate. Anche la burocrazia ha rallentato i lavori, ma non ha spento l’entusiasmo. Alla fine, l’impianto è stato completato e ha avuto un successo tale da spingere il gruppo a lanciare una seconda iniziativa.

Da Ceprano ad Augusta: la seconda scommessa

Il secondo progetto è nato ad Augusta, in Sicilia: un parco fotovoltaico da 1 megawatt già costruito, anche questo offerto in crowdfunding e andato completamente sold out in sole tre settimane. Qui ogni quota comprende tutto: assicurazione, manutenzione, smaltimento futuro e, ovviamente, i profitti derivanti dalla vendita dell’energia prodotta. L’impianto non prevede autoconsumo domestico, ma tutta l’energia viene immessa in rete, generando ricavi distribuiti tra i partecipanti. La rendita stimata? In media un solido 7,5% annuo per 30 anni.

E c’è di più: la trasparenza è totale. Chi ha investito può monitorare in tempo reale la produzione energetica, la temperatura, l’irraggiamento solare e i guadagni previsti grazie a una dashboard online accessibile da tutti i dispositivi. L’obiettivo è rendere il tutto il più tangibile possibile: non solo dati, ma anche una webcam dedicata e l’idea di personalizzare i pannelli con il nome dell’investitore, per rendere visibile la propria partecipazione.

Verso l’agrovoltaico: coltivare e produrre energia a Ragusa

Il passo successivo? Un progetto ancora più ambizioso che unisce agricoltura e fotovoltaico: una vera serra verticale per la coltivazione di pomodori, con impianto fotovoltaico integrato sulla copertura. Questo modello non è il classico “agrivoltaico”, ma una serra avanzata in grado di creare un microclima controllato per la coltivazione sottostante e allo stesso tempo produrre energia. Il progetto, sviluppato in collaborazione con l’Università di Catania, serve a misurare le differenze in resa agricola e produttività energetica, con l’obiettivo di replicare il modello su scala più ampia.

Il progetto in partenza adesso è a Ragusa, sempre in Sicilia, dove verranno installati pannelli a oltre 2 metri di altezza in modo da lasciare coltivabile il terreno.. Il fotovoltaico qui non è solo sostenibilità: è anche un’opportunità economica concreta, con rendimenti attesi tra l’8,5% e il 9% annuo su 30 anni. E tutto questo senza declassare il terreno agricolo, nel pieno rispetto della normativa.

Un modello sostenibile, condiviso e replicabile

Dietro queste iniziative c’è GridShare, una realtà che promuove il concetto di energia tangibile e investimenti accessibili a tutti. Non servono banche o fondi istituzionali: bastano persone comuni, con una quota minima di 500 euro, per dare vita a qualcosa di concreto. Anche chi mette a disposizione il terreno o costruisce l’impianto può diventare socio, ricevendo quote invece di un pagamento diretto, creando così un interesse comune per la buona riuscita e la manutenzione dell’infrastruttura.

Questo approccio crea una vera comunità energetica diffusa, dove chiunque può partecipare, ovunque si trovi in Italia. Non è necessario vivere vicino all’impianto, come accade per le comunità energetiche tradizionali: qui si abbattono le barriere geografiche, rendendo l’energia rinnovabile davvero di tutti.

Un’idea di futuro

Il modello di investimento proposto da GridShare è tanto semplice quanto potente: rendere partecipi le persone comuni nel processo di transizione energetica. In un mondo dove il dibattito sulle rinnovabili è spesso monopolizzato da grandi gruppi e istituzioni, questa forma di crowdfunding energetico democratizza l’accesso ai benefici ambientali ed economici.

Ed è proprio questo che rende il progetto così apprezzato: ognuno ha qualcosa da guadagnare. Chi costruisce, chi installa, chi possiede il terreno, chi investe. Tutti traggono un vantaggio. E quando un’iniziativa genera valore condiviso, è più difficile che venga trascurata, più facile che venga curata. Perché è di tutti, ed è per tutti.

Con i primi impianti già attivi e altri in fase di lancio, il fotovoltaico condiviso sta dimostrando che una transizione energetica partecipata è possibile, sostenibile, e, soprattutto, reale.

E nel frattempo, sotto al sole di Sicilia, pomodori dolcissimi crescono all’ombra di pannelli che alimentano il futuro.

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