La fotocamera dei MacBook Pro è da anni considerata uno dei punti deboli del modello, soprattutto se confrontata con le ottime prestazioni dei moduli montati sugli iPhone. Ma Apple non ne è certo ignara. Secondo una recente analisi di appleinsider.com, la casa di Cupertino starebbe lavorando a una soluzione decisamente originale per migliorare la qualità delle immagini, senza restare vincolata ai limiti fisici della scocca del laptop.
La sottile cornice che limita l’evoluzione
Chiunque abbia osservato un MacBook Pro recente conosce bene il “notch”, l’intaglio nella parte alta dello schermo che ospita la fotocamera FaceTime. Sebbene possa risultare visivamente ingombrante, in realtà è sorprendentemente sottile. Ed è proprio questa sottigliezza a porre un limite tecnico alla qualità delle fotocamere che Apple può inserire nel coperchio del dispositivo: non c’è abbastanza spazio per montare sensori grandi e complessi.
Eco, invece di aspettare che la miniaturizzazione della componentistica arrivi a livelli più avanzati, Apple sembra aver deciso di percorrere una strada diversa.
Una fotocamera più grande, ma che ruota e si sposta
Il brevetto recentemente approvato, intitolato “Camera integration for portable electronic devices”, propone un cambio di paradigma: invece di comprimere una fotocamera avanzata nello spazio angusto della cornice, Apple pensa a un modulo più spesso (fino a 3 mm), capace di sporgere dal coperchio e, soprattutto, di ruotare o spostarsi.
Questa soluzione, che in parte riprende un precedente brevetto con lo stesso titolo depositato già nel luglio 2024, immagina un sistema di fotocamere modulari che possono essere posizionate nel “notch”, ma anche ai lati dello schermo o addirittura sul retro. Alcuni schemi mostrano l’esistenza di un “secondo modulo” che si può agganciare e rimuovere con facilità, forse tramite magneti, sia sul fronte che sul retro dello schermo.
Il cuore dell’invenzione è la libertà di movimento: l’utente potrebbe agganciare una fotocamera sul retro e ruotare il display per utilizzarla, oppure sfruttarla per applicazioni che richiedono sensori LiDAR, come la realtà aumentata. Non sarebbe un semplice upgrade della webcam: è un sistema dinamico, pensato per adattarsi a scenari d’uso nuovi e professionali.
Dual camera: un’idea che guarda all’iPhone (e oltre)
Il brevetto ipotizza anche una configurazione con due fotocamere simultanee, una frontale e una posteriore. Questo richiama quanto Apple aveva già fatto con l’iPhone 11, che permetteva di registrare video sfruttando contemporaneamente le due fotocamere. Immagina, ad esempio, un’intervista dove la fotocamera posteriore inquadra l’ospite, mentre quella frontale riprende l’intervistatore: un MacBook con doppio modulo potrebbe rendere tutto questo possibile senza ricorrere a dispositivi esterni.
Display rotante o… completamente removibile?
La vera sorpresa del brevetto arriva con la descrizione di un display che non solo ruota su se stesso, ma che può anche essere completamente staccato dalla base. In una sezione piuttosto ambiziosa, il testo descrive uno schermo che si può sollevare, capovolgere e reinserire nella scocca. È un’idea che richiama i dispositivi 2-in-1, ma con una modularità molto più sofisticata.
In teoria, questo approccio aprirebbe le porte a una nuova generazione di MacBook in cui tastiera, schermo e fotocamere sono elementi intercambiabili o riposizionabili, a seconda dell’uso. Il brevetto, però, non approfondisce questi scenari: si limita a descrivere l’architettura base, forse per tutelare un’idea ancora in fase embrionale.
Una visione futuristica… ma concreta
Tra i nomi degli inventori del brevetto spicca quello di Keith J. Hendren, già autore di ricerche su un iMac realizzato da un’unica lastra di vetro. Questo dimostra che dietro al progetto ci sono figure che da tempo si muovono ai confini tra design e tecnologia avanzata.
Anche se non è detto che questi brevetti si tradurranno in prodotti commerciali a breve termine, è evidente che Apple sta seriamente cercando un modo per superare i limiti attuali delle webcam nei laptop. E lo fa senza compromessi, immaginando un MacBook Pro più flessibile, più modulare e più capace di adattarsi a esigenze complesse.
In un mondo dove videoconferenze, creazione di contenuti e realtà aumentata sono sempre più centrali, l’idea di una fotocamera che ruota, si stacca e comunica con altri moduli non sembra poi così lontana.