Alex de Vires interviene così sul periodico “Joule”: “Il Bitcoin consuma più energia dell’insieme dell’economia svizzera.”
“Il fabbisogno di energia del sistema Bitcoin è vertiginoso, attualmente il consumo è di 67 terawattora all’anno. È una quantità di corrente superiore a quanto abbia bisogno l’intera economia elvetica: lo 0,3% del consumo mondiale totale. E la situazione diventa sempre più estrema: entro la fine dell’anno potrebbe raggiungere lo 0,5%”, osserva il 28enne.
Secondo l’economista, si tratta appunto di volumi giganteschi per un sistema che allo stato attuale è così acerbo da limitarsi quasi esclusivamente alla speculazione finanziaria.
Per un sistema basato su Blockchain che promette riduzioni di tempi e costi, oltre che trasparenza in ogni transazione, la questione energia fa storcere e non poco il naso proprio perchè va a scontrarsi con uno dei suoi principi.
Si consideri infatti che un pagamento con carta di credito richiede circa 1-2 wattora, una transazione effettuata con Bitcoin o altre criptomonete invece ne richiede 300.
È in atto, spiega lo specialista, una corsa dei “minatori” di Bitcoin. Ogni 10 minuti viene assegnato un blocco con 12,5 Bitcoin: per aggiudicarsi una fetta della torta occorre aumentare le capacità di calcolo dei computer. E visto che la moneta è aumentata talmente di prezzo molti operatori hanno investito in modo enorme in informatica: di conseguenza esplodono anche i consumi energetici.
Cosa ne pensate? Nel frattempo Nvidia ha comunicato che rilascerà aggiornamenti per bloccare i QUAD SLI di GPU che servono praticamente solo ai “miners” ma è chiaro che una soluzione del genere non può risolvere il problema. Probabilmente sarà necessario un percorso di miglioramento degli algoritmi che gestiscono sia la Blockchain, sia il processo di estrazione dei miners. Ma è probabile che ci vorrà molto tempo prima che questo accada.
Carlo Cannarella