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Booking: evasione in Italia per 350 milioni di euro.

E dopo le prime indagini portate avanti dalla Procura della Repubblica di Genova, ecco l’accusa definitiva per Booking: evasione fiscale.

L’indagine ha analizzato il comportamento della società dal 2013 ad oggi, evidenziando una totale evasione fiscale per un valore di circa 350 milioni di euro.

Questo succede perchè, spesso, chi mette in affitto la propria su Booking, senza essere in possesso di Partita Iva, si aspetta che sia la stessa società di intermediazione a svolgere tale ruolo. Ciò però non avviene, creando quindi un danno allo Stato che non incassa quanto dovuto e al proprietario che, pagando l’Iva a Booking, vede aumentare il prezzo del proprio immobile, risultando meno competitivi rispetto a chi è sprovvisto di P. Iva e non paga l’imposta sul valore aggiunto.

Booking dovrebbe operare in qualità di sostituto di imposta, registrandosi in Italia o utilizzando un rappresentante fiscale. Ciò non succede, con il risultato che l’azienda è sotto procedimento giudiziario per violazione della legge sui reati tributari.

Booking.com emette fatture senza IVA italiana, applicando il meccanismo del cosiddetto reverse charge anche nei casi in cui la struttura ricettiva è priva di partita IVA“, spiega Federalberghi. “«Il mercato soffre – spiega – perché vede competere nello stesso spazio – la piattaforma web di Booking – soggetti che vendono lo stesso servizio, ma che sottostanno a regole diverse.