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Ritorno al futuro: Samsung rispolvera l’apertura variabile per sfidare il prossimo iPhone

L’indiscrezione suggerisce un cambio di rotta per il colosso coreano, pronto a ripescare una tecnologia abbandonata nel 2018 per non perdere terreno contro Apple.

Nel mondo degli smartphone, a volte per andare avanti bisogna guardare indietro. Sembra essere questa la strategia che Samsung sta valutando per le sue future ammiraglie, in risposta alle insistenti voci secondo cui i modelli iPhone Pro del prossimo anno (presumibilmente la serie iPhone 18) integreranno fotocamere ad apertura variabile.

Secondo un recente leak diffuso dal noto insider Digital Chat Station sulla piattaforma Weibo (e ripreso da Wccftech), il produttore sudcoreano avrebbe avviato nuovi test su moduli fotografici ad apertura variabile. L’obiettivo è chiaro: non farsi trovare impreparata se e quando Apple deciderà di puntare su questa tecnologia, evitando che il rivale di Cupertino domini la narrazione sull’innovazione fotografica.

Un déjà vu tecnologico

Per gli appassionati di lunga data, la notizia ha il sapore del “già visto”. Samsung, infatti, aveva giocato d’anticipo su tutti ben sette anni fa, introducendo l’apertura variabile sui Galaxy S9 e S9+ nel 2018. All’epoca, il sistema permetteva di commutare meccanicamente tra f/1.5 (per catturare più luce) e f/2.4 (per maggiore nitidezza), ma la funzione fu poi accantonata nei modelli successivi, probabilmente perché ritenuta superflua rispetto ai miglioramenti del software.

Oggi, però, il vento è cambiato. Se le voci sul prossimo iPhone si rivelassero fondate, Samsung potrebbe reintrodurre un sistema simile – probabilmente basato su due preset distinti – per offrire un’alternativa hardware alla “magia” computazionale.

Perché l’apertura variabile conta ancora

Ma qual è il vantaggio reale rispetto alle fotocamere fisse degli attuali smartphone? Tutto ruota attorno al controllo della luce e della profondità di campo, un lusso solitamente riservato alle macchine fotografiche dedicate:

  • Gestione della luce: Un’apertura più ampia (numero f/ più basso) lascia entrare più luce, ideale per scatti notturni più luminosi.

  • Profondità di campo naturale: Un’apertura più stretta (numero f/ più alto) riduce la luce ma estende la zona di messa a fuoco, rendendo nitido sia il soggetto che lo sfondo.

Reintrodurre questa meccanica permetterebbe agli utenti di ottenere sfocature (bokeh) ottiche reali per i ritratti, o paesaggi perfettamente nitidi, senza dover dipendere esclusivamente dagli algoritmi di post-elaborazione che talvolta risultano artificiali.

Non solo fotocamere: pieghevoli più larghi all’orizzonte

Il report di Digital Chat Station non si ferma al comparto fotografico. Sembra che nei laboratori di Seoul si stia lavorando anche a smartphone pieghevoli dal design più ampio. Anche in questo caso, la mossa sembra una risposta preventiva ai piani futuri di Apple, suggerendo che la prossima grande battaglia tra i due giganti si giocherà tanto sull’ergonomia dei foldable quanto sulla qualità ottica delle fotocamere.