Immaginate uno smartphone in grado di rimanere acceso per giorni interi senza mai vedere un caricabatterie, proprio come accadeva nell’era dei vecchi cellulari. Questo scenario, che oggi sembra quasi fantascientifico, potrebbe diventare realtà grazie ai laboratori di ricerca del colosso sudcoreano. Sebbene Samsung abbia mantenuto finora un approccio piuttosto conservativo rispetto ad alcuni rivali cinesi nell’adozione di nuove tecnologie di accumulo energetico, le cose stanno per cambiare drasticamente.
Secondo recenti indiscrezioni, la divisione Samsung SDI sarebbe impegnata in una fase di test avanzati su una nuova unità energetica dalla capacità impressionante: ben 20.000 mAh.
Una tecnologia che supera i limiti del litio
La chiave di questa svolta risiede nell’abbandono della chimica tradizionale. Mentre dispositivi recenti, persino il sottilissimo Galaxy S25 Edge, si affidano ancora alle classiche celle agli ioni di litio, la nuova sperimentazione punta tutto sulla tecnologia silicio-carbonio.
Ma cosa cambia realmente? Per chi non avesse familiarità con i termini tecnici, la differenza sostanziale si trova nell’anodo della batteria. Sostituendo la grafite tradizionale con un composito di silicio e carbonio, si ottiene una struttura molto più resistente alle fratture. Il vantaggio pratico è enorme: questo materiale permette di immagazzinare fino a 10 volte più ioni di litio, garantendo una densità energetica nettamente superiore. In parole povere, è possibile inserire una capacità molto più elevata senza dover necessariamente aumentare le dimensioni fisiche del telefono, evitando così di trasformare lo smartphone in un “mattoncino”.
I dettagli del prototipo e la fonte
Stando a quanto riportato dal portale AndroidHeadlines, che ha diffuso i dettagli di questi rumor, la configurazione che Samsung sta testando è particolarmente innovativa. Non si tratta di un blocco unico, bensì di una struttura “dual-cell” (a doppia cella) impilata.
La suddivisione interna sarebbe così ripartita:
-
Una cella primaria principale da ben 12.000 mAh.
-
Una cella secondaria di supporto da 8.000 mAh.
Se pensiamo che l’HONOR Win, lanciato di recente, vanta una batteria da 10.000 mAh (attualmente la più grande del suo genere), il progetto di Samsung mira letteralmente a raddoppiare questi standard, spingendo l’asticella tecnologica verso nuovi estremi.
Ostacoli tecnici e sicurezza
È importante, tuttavia, frenare gli entusiasmi. Non vedremo questa tecnologia sugli scaffali domani. La fase sperimentale ha evidenziato sfide critiche che richiedono tempo per essere risolte. Durante i test, infatti, la cella secondaria da 8.000 mAh ha mostrato un preoccupante rigonfiamento dell’80%.
Considerando la storia passata dell’azienda e l’attenzione maniacale per la sicurezza post-Note 7, è certo che Samsung non lancerà nulla sul mercato finché non sarà garantita una stabilità assoluta. La cautela è d’obbligo, e questo spiega perché l’azienda si stia muovendo con i piedi di piombo rispetto ad altri produttori Android che hanno già abbracciato il silicio-carbonio “a braccia aperte”.
Uno sguardo al futuro
Nonostante i problemi di gioventù del progetto, i segnali sono incoraggianti. Questo non è l’unico fronte su cui l’azienda è attiva: proprio la scorsa settimana, Samsung SDI ha annunciato una partnership con KGM per sviluppare batterie al silicio-carbonio destinate ai veicoli elettrici. Se inizialmente c’era delusione nel vedere questa tecnologia riservata solo alle auto, le nuove voci sul test da 20.000 mAh riaccendono la speranza per il settore mobile.
Le tempistiche restano incerte. Tutto dipenderà dall’esito dei prossimi test di stabilità, ma l’obiettivo, incrociando le dita, potrebbe essere quello di vedere uno smartphone con questa autonomia mostruosa entro la fine del decennio.
