Un due volte campione del mondo e anche campione olimpico, quindi a dir poco un professionista cosa ne pensa delle E-Bike? Sono un bene, un mezzo per rendere accessibile a sempre più persone il mondo della bici o sono da evitare per usare esclusivamente i nostri muscoli? Chiediamoglielo!
Iniziamo subito proprio con questa domanda, E-Bike sì o E-Bike no. Perché sotto ogni video sono diversi quelli che criticano con “ma compra una bici vera”..
La sua risposta: “Io credo che la e-bike sia l’evoluzione più democratica della bicicletta perché se pensiamo alle persone che hanno avuto un problema di salute se pensiamo a chi non ha mai pedalato, se pensiamo alle famiglie.. Magari in casa c’è solo lui o lei abituato/a a pedalare con la muscolare e non riescono a condividere la stessa passione. Una e-bike e una bella batteria carica credo che permettano di arrivare ovunque e godersi una giornata nostra serenità e condividere una passione. L’ e-bike non è una moto non è un qualcosa che si sale e ci porta in giro, bisogna pedalare, se smettiamo di pedalare si ferma. Naturalmente è un aiuto, è un un supporto che ti dà ma comunque sta di fatto che bisogna pedalare, è un po’ più facile mentre la muscolare sicuramente è più difficile però ritorno a dire che chi non è abituato a certi tipi di sforzi con l’ e-bike può arrivare in cima alla montagna e godersi una giornata.
Che rapporto ha Paolo Bettini con la tecnologia? Quella di tutti i giorni, cioè il robot aspirapolvere entusiasma anche te o no? E il tuo rapporto con lo smartphone?
Diciamo che io utilizzo la tecnologia senza pormi troppe domande o riflessioni. Mi piace, a volte seguo a volte “subisco”. Riguardo lo smartphone ho una figlia di 20 anni che mi spiega un po’ come utilizzarlo.
Qual è la tecnologia che secondo te ha più cambiato il modo di correre in bicicletta? Magari la radio?
Partiamo dal primo oggetto tecnologico, che è arrivato nel ciclismo a fine anni 80, il cardiofrequenzimetro. È stato veramente un cambiamento radicale soprattutto sulla preparazione atletica. Il secondo oggetto che ci è stato dato in mano da utilizzare è il potenziometro. Cardiofrequenzimetro e potenziometro insieme hanno rivoluzionato in quel momento la preparazione atletica. Poi ha detto bene, la radio. La radio in gara è entrata già nel ’96/’97, quando le prime radio giravano nel gruppo tra i corridori e soprattutto era lo strumento diretto che permetteva al direttore sportivo, un po’ come il tecnico in panchina del calcio, di parlare direttamente all’atleta pur essendo magari un chilometro indietro con la macchina. Ha aiutato e qui lo devo dire, lo posso dire? L’unione ciclistica internazionale su tutto quello che è tecnologia non è proprio così sveglia sull’utilizzo. Ancora oggi la radio sì, la radio no, la telemetria in gara sì, no. Perché di fatto adesso si parla di telemetria quando si parla di ciclismo, sarebbe invece un mondo da valorizzare, anche perché il mondo va avanti.
Sull’uso della bici di tutti i giorni secondo me l’evoluzione più grande è quella che è venuta qualche anno fa con le e- bike..
L’ e-bike, l’abbiam detto prima, è stata sicuramente un’opportunità, un’invenzione ma che di fatto è un’opportunità. Ha generato un mercato incredibile, un mercato nuovo perché non solo ha toccato il ciclista che già utilizzava la muscolare magari avanti con l’età, con il problemino di salute, l’infortunio ma ha avvicinato tutta una parte di di pubblico, di persone, di clienti che che prima non toccavano la bici solo perché non riuscivano, non avevano voglia di fare la fatica con la muscolare e poi, ne ho la prova, ha avvicinato le famiglie perché andarsi a fare una passeggiata anche non con un bambino piccolo dotato di e-bike ti permette di fare chilometri, andare a scoprire il territorio magari con un bello zainetto dietro, portarsi la merenda e fermarsi a fare un bel picnic tutti insieme.
Adesso domanda più importante, perché io il motore lo sto usando parecchio e dove la carichiamo la bicicletta? Magari trovare un punto dove poter caricare.. Che ne pensi? Penso che questa cosa scoppierà, nel senso che tutte le strutture si attrezzeranno per dotarsi di punti di ricarica per i cicloturisti.
Sai, con le e-bike si è generato un po’ quello che da sempre si ha con l’automobile, con l’automotive in generale, viaggi però a un certo punto hai bisogno di rifornirti. Una bella rete di ricariche su un territorio organizzato credo che sia una grande opportunità, non tanto per il ciclista che sì, ha la possibilità di ricaricare la batteria, ma di tutto il territorio perché chi per primo arriva a creare questo sistema per primo si assicura anche flussi turistici.
Paolo è stato un giro spettacolare, mi sono divertito molto ma adesso abbiamo bisogno di ricaricare e questo video è stato fatto in collaborazione con Repower perché loro si sono inventati il DINAclub. Una rastrelliera alla quale tu puoi attaccare la bici, si può collegare il proprio caricabatterie e andare a caricare la propria bici elettrica. Non è tutto qua però perché c’è la possibilità di andare a scansionare il QR code sulla rastrelliera per entrare nel DINAclub, un sito web dove fare il check-in e che la prima volta vi regalerà grazie alla collaborazione fra Komoot e Repower una traccia da salvare offline. A proposito, tutte le strutture DINA sono mappate in Komoot quindi le si può proprio utilizzare come punto di arrivo oppure di passaggio. La postazione di ricarica è possibile noleggiarla per chi ha delle strutture come ristoranti oppure degli alberghi, sempre tramite Repower.
Mio figlio inizia a venire in bici con me e mi vede andare in e-bike ma io gli dico tu prendi la muscolare così sudi un po’. Faccio bene? Cioè è giusto secondo te che loro inizino subito con l’e-bike o è giusto farli soffrire un po’?
È una bella riflessione, credo che intanto per avvicinare tuo figlio al mondo bellissimo, rilassante del ciclismo vada anche bene una pedalata assistita poi sarà lui da solo a decidere, è giovane e a un certo punto ti dirà “papà ma io sai cosa c’è io ti lascio indietro e mentre te ricaricherai, io mi vado a fare due salite e ti torno a prendere dopo”.
Un grandissimo grazie a Paolo, è stato davvero un piacere!