HO PROVATO un AEREO PRIVATO. Come funziona?

Certe esperienze restano impresse non solo per la bellezza del viaggio, ma anche per ciò che svelano: nuovi orizzonti, modi diversi di muoversi, vivere e condividere. È proprio questo il senso del racconto di oggi, nato da un volo molto particolare su un Pilatus PC-12, da Saint-Tropez a Lugano, attraverso cieli insolitamente silenziosi a causa di uno sciopero dei controllori di volo francesi. Un viaggio privato, il primo in assoluto per me, ma anche una finestra aperta sul mondo dei voli charter, sugli “empty leg”, sulle tecnologie di bordo e sulle nuove opportunità offerte dalla mobilità aerea di lusso.

Decollo non convenzionale: volo a vista attraverso la Francia

Tutto ha inizio a Saint-Tropez. La particolarità del volo non risiede solo nell’aeromobile o nella destinazione, ma anche nel contesto operativo. Quel giorno, infatti, era in corso uno sciopero dei controllori di volo in Francia, e questo ha comportato una modifica dei piani: niente volo strumentale (IFR) sulla porzione francese del tragitto, ma un volo a vista (VFR), pratica meno usuale nei voli business ma perfettamente gestibile in certe condizioni. Le operazioni di decollo si svolgono regolarmente, e già durante la salita si percepisce la natura più “fisica” e coinvolgente dell’esperienza: virate, salite, discese si sentono in modo molto più diretto rispetto ai voli commerciali tradizionali.

Atterraggio a Lugano e prime impressioni: sensazioni inedite

L’arrivo a Lugano è morbido ma ricco di emozioni. Chi ha volato su un jet di linea sa cosa aspettarsi in termini di comfort e stabilità. Ma su un aereo come il Pilatus PC-12, un turboelica di ultima generazione, ogni movimento si percepisce, ogni variazione di quota si vive in prima persona. Non è scomodo, anzi, è estremamente coinvolgente. Il PC-12 è noto come il “coltellino svizzero dell’aviazione”, proprio per la sua versatilità: capace di decollare e atterrare su piste corte (circa 800 metri), comprese superfici in erba o addirittura sabbia, e dotato di un ampio bagagliaio, è molto apprezzato anche da sportivi e viaggiatori esigenti.

Dentro il PC-12: praticità, autonomia e ingegneria intelligente

Nonostante le dimensioni compatte, il Pilatus PC-12 è sorprendentemente spazioso e ben pensato. Non ha hostess di bordo né servizio catering personalizzato, ma prevede una gestione completamente autonoma da parte dei passeggeri: bevande, snack e anche lo champagne vengono conservati in box refrigerati a disposizione.

Un aspetto curioso è la presenza del bagno, nascosto dietro pannelli con calamite per garantire la privacy. Non sarà il bagno di un jet di lusso intercontinentale, ma per la durata dei voli europei risulta più che adeguato. È simile a quello di un campeggio ben progettato: compatto, funzionale e pulito. Anche questo contribuisce a rafforzare l’idea che il PC-12 sia una macchina di ingegno puro, dove nulla è superfluo e tutto è pensato per funzionare nel modo più efficiente possibile.

Il fratello maggiore: alla scoperta del jet PC-24

Dopo l’atterraggio, c’è spazio anche per dare un’occhiata al Pilatus PC-24, l’altro gioiello della flotta, stavolta un vero e proprio jet, capace di volare a 45.000 piedi con una velocità di crociera di circa 600 km/h. L’interno è simile a quello del PC-12, con otto posti configurabili e la possibilità di regolare luci, temperatura e musica tramite app. Anche qui, il bagno è integrato con intelligenza: una porta lo separa completamente dal resto della cabina, garantendo privacy. C’è uno specchio, carta igienica e un piccolo lavandino. In cabina, c’è persino una macchinetta del caffè nascosta in un vano.

Ma ciò che affascina è anche la strumentazione di bordo: due display principali mostrano velocità, quota e altri parametri vitali; un sistema chiamato TICAS monitora altri aerei vicini, come un sensore di angolo cieco nelle auto. Il joystick di comando ricorda quello delle auto Mercedes: intuitivo, ergonomico, perfetto per gestire il piano di volo, la rotta, i punti di navigazione. Tutto è gestibile anche da terra, tramite strumenti digitali avanzati.

Quanto costa un volo privato? La scoperta degli “empty leg”

La domanda arriva puntuale: ma quanto costa tutto questo? Il volo da Saint-Tropez a Lugano sarebbe costato circa €8.000, ma il punto è che quell’aereo viaggiava comunque: era un “empty leg”, ovvero un volo di rientro senza passeggeri, dopo aver portato altri clienti a destinazione. Invece di tornare vuoto, è stato offerto a un prezzo fortemente scontato.

Il concetto di “empty leg” è centrale per capire l’evoluzione dell’aviazione privata contemporanea. I voli privati, da sempre associati al lusso esclusivo, stanno oggi diventando più accessibili grazie alla condivisione: otto posti possono tradursi in una spesa di €1.000 a persona, che si avvicina al costo complessivo di due auto andata e ritorno tra Milano e la Costa Azzurra, con tempi drasticamente ridotti e comfort impareggiabile.

Inoltre, questa modalità riduce anche l’impatto ambientale dei voli privati, ottimizzando l’uso degli aerei e limitando sprechi e trasferimenti a vuoto.

La membership: tecnologia, community e vantaggi esclusivi

A rendere possibile questa esperienza c’è un programma di membership dedicata, riservato a utenti selezionati. La tessera di appartenenza, personalizzata, è in realtà un vero e proprio AirTag con tecnologia NFC, utile per localizzare oggetti o condividere il proprio contatto digitale con un semplice tocco su uno smartphone.

I vantaggi? Molteplici:

  • Accesso a voli empty leg gratuiti o fortemente scontati.
  • Inviti a eventi esclusivi, da Wimbledon al Pallone d’Oro.
  • Priority Pass Lounge in oltre 1.600 aeroporti nel mondo.
  • Servizio concierge personalizzato per prenotare anche biglietti difficili da reperire.

In pratica, con una cifra contenuta, si può volare in modo intelligente, fare networking, vivere esperienze memorabili e trasformare il modo di viaggiare.