Siamo ormai abituati a vedere i giganti della fotografia stringere la mano ai produttori di smartphone. Abbiamo visto Leica, Zeiss, Hasselblad e altri ancora prestare il loro know-how (e il loro brand) per elevare la qualità degli scatti mobili. Quando sembrava che le grandi case costruttrici fossero finite, ecco arrivare una collaborazione inaspettata e affascinante: Realme e Ricoh.
Questa partnership porta con sé una ventata di novità, non solo nel software ma nell’approccio stesso allo scatto. Da una parte abbiamo la Ricoh GR4, vero e proprio oggetto di culto per gli amanti della street photography; dall’altra il nuovo Realme GT8 Pro, un dispositivo che promette di scuotere la fascia alta non solo per le prestazioni, ma per un design finalmente “modulare”.
Analizziamo nel dettaglio questa strana coppia e scopriamo se lo smartphone può davvero catturare l’anima di una compatta professionale.
Un design che cambia le regole: la cover personalizzabile
Il primo impatto con il Realme GT8 Pro è spiazzante, nel senso migliore del termine. In un panorama in cui i telefoni sono sempre più simili tra loro, appiattiti su form factor standardizzati, Realme introduce un concetto di personalizzazione hardware che definirei un “game changer”.
Aprendo la (ricchissima) confezione, si scopre che il design posteriore non è fisso. Armati di un piccolo cacciavite incluso, è possibile rimuovere due piccole viti sull’isola delle fotocamere per sostituire l’intero blocco estetico. Le possibilità offerte sono intriganti:
- Forme: Si può passare da un modulo rettangolare a uno circolare.
- Materiali e Colori: Sono disponibili inserti in azzurro o in una plastica arancione trasparente molto accattivante.
È un valore aggiunto notevole, anche se porta con sé una piccola criticità legata alle cover protettive. La custodia fornita in dotazione, infatti, sembra adattarsi perfettamente solo all’inserto rotondo. Se decidete di montare quello quadrato, la cover non calzerà. Un dettaglio che costringerà chi ama cambiare spesso look a rinunciare alla protezione o a cercare accessori specifici, ma per chi (come me) ama il design nudo e crudo, questa modularità è promossa a pieni voti.
Il confronto sul campo: Ricoh GR4 vs Realme GT8 Pro
Per capire il senso di questa collaborazione, ho messo il GT8 Pro fianco a fianco con la sua musa ispiratrice: la Ricoh GR4. Parliamo di una compatta di fascia altissima (circa 1.300€), una delle poche sopravvissute in un mercato quasi azzerato dagli smartphone.
L’esperienza di scatto
Scattare con la GR4 è un’esperienza fisica. L’impugnatura comoda per l’uso a una mano, la gestione manuale dell’esposizione e la sensazione della stabilizzazione sul sensore (che si sente fisicamente muoversi) restituiscono un piacere quasi nostalgico.
Tuttavia, quando si guardano i risultati, emergono le classiche differenze tra ottica pura e fotografia computazionale:
- Profondità di campo: La Ricoh vince a mani basse sul bokeh naturale. Lo stacco dei piani è netto, morbido e reale, grazie al sensore più grande.
- Versatilità: Qui lo smartphone domina. La Ricoh è limitata dalla sua ottica fissa. Se serve uno zoom, bisogna “croppare” (tagliare) l’immagine, perdendo qualità. Il Realme GT8 Pro, invece, sfodera un arsenale completo: una principale da 50 MP, una ultra-grandangolare da 116° e, soprattutto, uno zoom periscopico 3x da 200 megapixel. Questo permette scatti a lunga distanza con una qualità che la compatta non può fisicamente raggiungere.
Il software: l’anima Ricoh nel corpo Realme
La vera magia avviene nel software. Realme ha integrato una simulazione della “grana” e dei colori Ricoh sorprendentemente fedele.
Attivando la modalità specifica, è possibile selezionare lunghezze focali classiche come 28mm e 40mm. I profili colore, specialmente quelli in bianco e nero ad alto contrasto, replicano quel look drammatico e “street” tipico della serie GR. Anche l’incarnato è gestito in modo molto simile. Certo, lo sfocato (bokeh) sul telefono è simulato via software e non sarà mai perfetto al 100% come quello ottico, ma il risultato complessivo ha un carattere distintivo che manca a molti concorrenti.
Oltre la tecnica: la filosofia della fotografia
Questo confronto mi porta a una riflessione più ampia. Spesso ci perdiamo in discussioni tecniche, diventando “tifosi” di un marchio (che siano i leicisti, i canonisti o gli amanti di Zeiss), quasi come se facessimo parte di una setta.
La verità è che la luce, la composizione e il momento contano infinitamente più dello strumento. La compatta offre un approccio “punta e scatta” di altissima qualità ma rimane un oggetto di nicchia, meno immediato nella condivisione social. Lo smartphone è il re della poliedricità: è sempre in tasca, pronto a scattare, editare e condividere in secondi.
Lo strumento può facilitare o personalizzare il risultato (come fa Realme con i preset Ricoh), ma la “bella foto” la fa ancora il fotografo, non il sensore.
Anteprima tecnica: cosa aspettarsi dal GT8 Pro
Lasciando da parte la filosofia, il Realme GT8 Pro si preannuncia come un mostro di potenza in vista della recensione completa (in arrivo il 2 dicembre). Ecco cosa bolle in pentola:
- Batteria: Una mostruosa unità da 7.000 mAh.
- Ricarica: 120W, disponibile anche in modalità wireless.
- Display: Un pannello OLED da 6,79 pollici, estremamente luminoso.
- Motore: Il nuovo Snapdragon 8 Elite, che garantisce una fluidità assoluta.
Conclusioni
Il prezzo definitivo non è ancora ufficiale, ma ci si aspetta una cifra inferiore ai 1.000€, sicuramente più accessibile rispetto ai 1.300€ della Ricoh GR4. Se Realme confermerà le sue aggressive promozioni al lancio, il GT8 Pro potrebbe non solo essere un “cameraphone” interessante per i filtri Ricoh, ma un serio candidato al titolo di best buy per chi cerca autonomia e prestazioni senza compromessi.
La collaborazione con Ricoh è solo marketing? Forse in parte sì, ma se il risultato è uno smartphone con più carattere e un design personalizzabile, ben vengano queste strette di mano.
Galleria: Ricoh vs Realme
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