NUOVO MacBook PRO M5 Recensione e vs. M4 e M4 Max

Qualche giorno fa Apple ha presentato il suo nuovissimo processore, l’M5, e oggi ho tra le mani il MacBook Pro che lo monta. Cosa posso dirvi? Non mi sono mai definito un “Apple fanboy”, ma sono innegabilmente un fan delle cose che funzionano eccezionalmente bene. E da quando, anni fa, Apple ha introdotto il chip M1, ha creato un divario con il mondo Windows X86 che, nonostante i tentativi anche lodevoli con i processori ARM di Qualcomm, non è ancora stato colmato.

Quel divario, oggi, con questo M5 si fa ancora più profondo. Il passo avanti rispetto all’M4 base, che forse su un modello “Pro” stava un po’ stretto, è a dir poco impressionante. Se volete un riferimento, qualche mese fa ho pubblicato una comparativa approfondita tra M4 base, M4 Pro e M4 Max che vi consiglio di recuperare per capire da che fondamenta siamo partiti. Ora, è il momento di scoprire cosa è cambiato.

Il Nuovo Chip M5

Il nuovo Apple Silicon M5 non è un semplice aggiornamento incrementale. Parliamo di un processore a 3 nm con 10 core, ma la vera magia risiede altrove: ogni singolo core è affiancato da un Neural Accelerator dedicato. Questa architettura cambia le carte in tavola, potenziando in modo esponenziale i calcoli legati all’intelligenza artificiale, che ormai è alla base di tantissime operazioni quotidiane.

Ma i benefici non si fermano qui. Anche la GPU integrata ne trae un vantaggio enorme, con un impatto diretto su:

  • Rendering video: Tempi di esportazione ridotti drasticamente.
  • Grafica 3D e Ray Tracing: Prestazioni che fino a ieri erano impensabili su un chip base.
  • Gaming: Pur non essendo la sua vocazione principale, il Mac dimostra di avere le carte in regola. Peccato che gli sviluppatori non ci credano ancora fino in fondo.

Al momento, la lineup vede questo M5 affiancare i modelli M4 Pro e M4 Max, ma è solo questione di tempo prima che Apple aggiorni l’intera gamma con le varianti M5 Pro e M5 Max. Ma ora, bando alle ciance e vediamo cosa offre questo portatile.

Prestazioni sul Campo: M5 alla Prova dei Fatti

Al di là dei numeri sulla carta, volevo mettere alla prova questo M5 nei miei flussi di lavoro reali, confrontandolo direttamente con il mio fidato MacBook Pro M4 Max.

Video Editing con Premiere Pro

Il mio benchmark per eccellenza è l’esportazione di un progetto video. Mettendo a confronto l’M5 con il mio M4 Max, quest’ultimo risulta ovviamente più veloce, quasi il doppio. Ma il dato che mi ha sbalordito è un altro. L’anno scorso, l’M4 base impiegava circa 15 minuti per renderizzare un file da 10 minuti; questo M5 completa lo stesso task in soli 9-10 minuti. Si tratta di un aumento prestazionale di circa il 40% rispetto al modello base della generazione precedente. Un balzo notevole.

Intelligenza Artificiale in Locale con LM Studio

Sempre più spesso mi trovo a utilizzare modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) in locale. Ho dato in pasto alla macchina un prompt complesso, creato appositamente per stressare CPU e GPU, che simula l’analisi di un sistema satellitare. Il risultato è stato un’elaborazione a 36 token al secondo. Certo, è circa un terzo della potenza del mio M4 Max, ma è una capacità più che sufficiente per scrivere codice, verificare calcoli complessi o farsi assistere in task non banali, ben oltre la semplice traduzione di una frase.

Gaming e Grafica: Il Balzo del Ray Tracing

Il benchmark Gravity Mark, che sfrutta il ray tracing, ha fornito il dato più eloquente. L’anno scorso, l’M4 base si assestava sui 20 fps. Oggi, questo M5 viaggia stabilmente a 32 fps. Per darvi un contesto, il mio M4 Max raggiunge i 67-70 fps, ma passare da 20 a 32 fps significa un incremento del 60% nella capacità di elaborazione grafica. Impressionante.

Design e Usabilità: Le Certezze di Sempre e Qualche Novità

Esternamente, il MacBook Pro rimane sostanzialmente invariato. La scocca in alluminio riciclato è la stessa, solida e resistente. Lo sbatto ovunque da anni e, a parte qualche segnetto, non ha mai ceduto. Le porte sono le medesime, anche se personalmente abolirei la ricarica magnetica MagSafe, che ormai utilizzo raramente.

Una novità importante è l’assenza del caricabatterie in confezione, una mossa che ha permesso di abbassare il prezzo di listino di 100 euro. È una scelta che condivido: ormai tutti abbiamo in casa alimentatori potenti e lo standard USB-C permette di usare un unico caricatore per tutto. Il mio consiglio? Abbinatelo a un alimentatore da 100 W per ottenere il 50% di carica in soli 30 minuti.

L’SSD, a partire dal taglio base da 512 GB, è fulmineo, e Apple garantisce velocità di picco costanti fino al taglio massimo da 4 TB, senza versioni “rallentate” sui modelli d’ingresso.

Il Display Opaco: Un “Mai Più Senza” che Vale la Spesa?

Apple mi ha inviato in prova il modello con display opaco con nanotexture, e dopo averlo usato per un anno anche sul mio portatile personale, posso dirlo: per me è un mai più senza. Lavorando spesso all’aperto o in condizioni di luce variabili, l’assenza di riflessi è un vero game-changer.

La vista si affatica molto, molto meno. Il nostro cervello, con uno schermo lucido, compie un lavoro costante in background per eliminare i riflessi. Con lo schermo opaco, questo sforzo svanisce. Certo, per la pura visione di un film in una stanza buia, il display lucido ha forse un impatto visivo leggermente più appagante. Ma per tutto il resto, la comodità vince. È un optional che costa 190 euro in più, ma per chi passa molte ore davanti allo schermo, è una spesa che consiglio vivamente.

Autonomia e Temperature: L’Efficienza al Suo Meglio

L’efficienza del chip M5 si traduce in un’autonomia eccezionale. Durante un uso generalista fatto di videochiamate, suite Office e navigazione web, ho registrato un consumo medio del 7% all’ora, che si traduce in 14 ore reali di utilizzo. Si può tranquillamente uscire la mattina senza alimentatore.

Sotto stress, con rendering e calcoli AI, l’autonomia scende a circa 10 ore, un risultato comunque eccellente. È un valore leggermente inferiore all’M4 base, ma l’aumento di prestazioni è più che proporzionale. La cosa più incredibile è che, anche durante i benchmark più intensi, il computer si scalda ma le ventole non si sono praticamente mai attivate. Nessun rumore, nessun thermal throttling, a differenza del mio M4 Max che in situazioni simili diventa decisamente più rumoroso.

Uno Sguardo a macOS 26 “Tahoe”

Il sistema operativo, arrivato alla versione 26.0.1, introduce un’estetica rinnovata che Apple chiama “Liquid Glass”. Personalmente, preferisco lo stile più minimal e flat delle versioni precedenti, ma è una questione di gusti. La vera novità funzionale, a mio avviso rivoluzionaria, è la nuova ricerca Spotlight, che ora può eseguire azioni e comandi rapidi. L’ho trovata comodissima. Per il resto, il sistema è già stabile e non ho riscontrato alcun bug con le mie applicazioni quotidiane.

Conclusioni: A Chi Si Rivolge Davvero Questo MacBook Pro M5?

Il prezzo di partenza per la versione con 16 GB di memoria e 512 GB di SSD è di 1.849 euro. Una cifra che, paragonata a macchine Windows di pari livello e considerando le prestazioni e la qualità costruttiva, non ritengo affatto fuori mercato.

Ma la vera considerazione finale è un’altra. Questo M5 è un processore talmente potente ed efficiente che mi fa sorgere una domanda: ha davvero senso su un MacBook Pro base? Le sue doti di leggerezza e portabilità lo renderebbero, a mio avviso, il chip perfetto per il prossimo MacBook Air. Io stesso, che viaggio molto e sono attento al peso dello zaino (questo Pro pesa 1,55 kg), sto seriamente valutando di passare a un futuro M5 Air.

Questo MacBook Pro M5 si colloca in una posizione interessante: è perfetto per chi ha bisogno di più porte e di un sistema di raffreddamento attivo rispetto all’Air, ma non necessita della potenza strabordante (e del costo) dei futuri M5 Pro e Max. Chi cerca il massimo, probabilmente, farà bene ad attendere.

Nel frattempo, questo portatile è l’ennesima dimostrazione di forza di Apple. Un prodotto maturo, incredibilmente performante e con un’efficienza che continua a dettare legge. Brava Apple.

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