Ho avuto modo di provare la ENGWE L3 Pro Boost, una delle novità più interessanti nel panorama delle e-bike compatte. ENGWE è un marchio che negli ultimi anni ha fatto un percorso notevole: da produttore che spesso criticavo per modelli fuori norma, a realtà consolidata con una gamma completa che spazia dalle robuste fat bike alle leggere bici in carbonio con trasmissione a cinghia. La L3 Pro Boost rappresenta bene questa evoluzione, perché unisce la praticità di una bici urbana alla resistenza di un modello pensato anche per sterrati leggeri, con in più una connettività avanzata che la rende diversa da tante concorrenti.
Design e dotazioni
La L3 Pro Boost riprende il telaio già visto sulla sorella L20 Pro, ma qui è più alto e massiccio. Il colpo d’occhio è quello tipico di una fat bike compatta, con ruote da 20×4 pollici che sono una manna non solo per il fuoristrada leggero, ma anche per l’uso cittadino: assorbono rotaie, pavé e dislivelli senza battere ciglio.
La forcella anteriore idraulica offre 50 mm di escursione e la possibilità di regolare il precarico. La sospensione posteriore invece è il tallone d’Achille: con l’ammortizzatore in dotazione praticamente non lavora. Ho fatto presente questa criticità a ENGWE e devo riconoscere che hanno reagito con intelligenza: da novembre sarà possibile scegliere al momento dell’acquisto un ammortizzatore posteriore più sensibile, oppure richiederlo come ricambio se si è già acquistata la bici. Questo atteggiamento aperto al miglioramento mi è piaciuto molto.
Il resto dell’allestimento è convincente: doppi freni a disco idraulici potenti, cambio Shimano a 7 rapporti “senza infamia né lode”, display con tutte le informazioni utili, clacson elettronico e un impianto di illuminazione completocon doppio faro anteriore e stop posteriore che si attiva automaticamente in frenata.
Motore, batteria e Boost
Il cuore della bici è il motore da 250 W nominali, quindi perfettamente a norma, ma con un pulsante “Boost” che aumenta istantaneamente la coppia fino a 90 Nm. È proprio questo il segreto del nome: basta schiacciarlo e la bici diventa una piccola catapulta, capace di partire anche in settima marcia e raggiungere i 25 km/h in un lampo.
La batteria da 720 Wh è estraibile, si ricarica in appena 2 ore con il caricatore rapido e garantisce un’autonomia variabile tra i 60 e i 100 km, in base al peso del ciclista, alle salite affrontate e al livello di assistenza selezionato.
Interessante la taratura del sensore di coppia: l’assistenza non si interrompe bruscamente a 25 km/h, ma diminuisce in modo graduale, rendendo la pedalata naturale. Inoltre, la progressione della coppia è stata ben calibrata: ai livelli bassi la bici accompagna senza esagerare, mentre al livello 5 e con il boost attivato diventa un vero “razzo” urbano.
Esperienza di guida
Salito in sella, ci si trova in una posizione un po’ particolare: il telaio compatto e la postura raccolta ricordano quasi quella di un chopper, con le braccia alte e la seduta comoda. Io, con i miei 1,62 m, mi trovo bene, ma chi supera 1,80 mpotrebbe sentirsi un po’ costretto nonostante la possibilità di regolare sella e manubrio.
La ciclistica è sorprendentemente maneggevole, grazie alla forcella anteriore “in piedi” e nonostante i grossi pneumatici, che comunque rendono la bici molto stabile. Sul pavé o sui gradini leggeri si apprezza la capacità di assorbimento dell’anteriore e delle gomme, mentre la sospensione posteriore lascia a desiderare.
Ho testato lo 0-25 km/h con Boost: partenza fulminea, accelerazione impressionante, tanto che sembra quasi di guidare una moto. In salita, anche sulla rampa ripida del mio garage, la bici non ha avuto esitazioni: il sensore di coppia è preciso e con il boost si sente chiaramente la spinta extra.
Alla voce frenata, i freni idraulici sono molto efficaci: l’anteriore potente, il posteriore modulabile, il tutto con una sensazione di sicurezza elevata.
Connettività e funzioni smart
Uno degli aspetti più sorprendenti della L3 Pro Boost è la connettività avanzata. A bordo troviamo un modulo 4G con eSIM e GPS integrato, che consente di monitorare la bici da remoto, ricevere notifiche in caso di movimento sospetto e attivare allarmi sonori e luminosi. Non parliamo di funzioni Bluetooth limitate alla vicinanza, ma di un sistema connesso via rete cellulare: anche dall’altra parte del mondo saprete se qualcuno sta spostando la vostra bici.
Dall’app si possono visualizzare statistiche, accendere le luci, suonare il campanello, modificare il livello di assistenza e perfino condividere percorsi con la community. C’è anche la modalità Walk, utile per spingere la bici a mano in salita o in aree pedonali.
Prezzo e considerazioni finali
La ENGWE L3 Pro Boost costa 1.699 euro. Non è poco, ma il prezzo trova giustificazione nelle dotazioni: motore a norma con pulsante Boost che regala una spinta sorprendente, batteria capiente e veloce da ricaricare, freni idraulici potenti e una connettività completa con GPS ed eSIM integrati.
Tra i punti di forza metto senz’altro il rapporto qualità-prezzo, la potenza del motore, la comodità offerta da ruote e forcella anteriore e la serietà del marchio, che ha già promesso un ammortizzatore posteriore più sensibile. I limiti principali, non volendo quindi considerare la sospensione posteriore poco efficace, restano il peso importante di 35 kg e una ciclistica compatta che può risultare meno adatta ai ciclisti molto alti.
In definitiva non è perfetta, ma resta una bici riuscita: maneggevole, potente e connessa, ideale per chi vuole una fat bike urbana diversa dal solito, rispettosa delle regole ma capace di divertire.