Recensione Google Pixel 9 Pro XL

In confezione, oltre allo smartphone, troviamo la spilla per estrarre il carrellino della SIM ed il cavo USB-C.

Inutile girarci intorno, il design è chiaramente molto molto simile a quello di iPhone ma in effetti è inutile fargliene una colpa a Google perché è un design che funziona e che soprattutto su telefoni grandi come l'XL aiuta a migliorarne un po' l'autonomia. Parliamo di 8,5 millimetri di spessore e 221 grammi di peso quindi uno smartphone impegnativo, ben costruito, con vetro e metallo e con la certificazione IP68 per l'impermeabilità ma pur sempre abbastanza pesante.

L'always-on display è presente ed il sensore di sblocco è posto proprio sotto al pannello OLED, in quanto a connettività troviamo 5G, WiFi7, Bluetooth 5.3, GPS, NFC e connettore USB-C 3.2.

Il display è un ottimo OLED di tipo LTPO da 6.8" con risoluzione 1344 x 2992 pixel, luminosità HDR che arriva a 2.000 nits e 3.000 nits di picco e refresh rate che va da 1 a 120Hz.

Il processore è il nuovo Tensor G4 di Google con coprocessore Titan M2 per la sicurezza e 16GB di RAM. Lo storage invece può essere di 128, 256, 512GB o 1 TB.

La batteria è da 5.060mAh con ricarica cablata a 45W e wireless veloce che raggiunge i 23W per uno smartphone che arriva alla fine della mia tipica giornata stress con il 20% residuo, che se sul più piccolo Pixel 9 era un ottimo dato qui lo è un po' meno.

Per il software vale tutto quello che abbiamo già detto su Pixel 9: troviamo Android 14 con ben 7 anni di aggiornamenti in programma, su questo a Google non si può più dire niente. La novità più grande è sicuramente l'introduzione dell'IA Gemini, che ho trovato sì molto utile ma anche migliorabile. In che senso? Nel senso che è davvero capace, è davvero intelligente e potenzialmente può aiutarci in moltissime cose ma il suo limite più grande è la mancata integrazione fra le varie app del sistema operativo. Sarà per una questione di privacy ma fin quando si tratta di informazioni che tanto girano sul nostro stesso dispositivo avrei preferito che avesse accesso a tutte le app, nella vita quotidiana un "controlla i miei appuntamenti sul calendario e rispondi a tizio su WhatsApp se sono libero o meno" sarebbe stato davvero la svolta e ancora risulta impossibile. O anche più banalmente Gemini ci aiuta moltissimo nella scrittura di testi, messaggi, mail, anche in altre lingue ma dobbiamo chiederle noi di scrivere una mail proprio sull'app Gemini, poi dobbiamo fare copia e incollarla su Gmail, ecco Gemini su Gmail sarebbe già un'integrazione fattibile e utile che ancora non c'è.

Il reparto telefonico vanta la compatibilità con le eSIM, sempre molto utili, e poi c'è il dialer di Google con le "audio emoji" non certo così utili ma simpatiche e con la trascrizione in tempo reale delle chiamate per quando vogliamo rispondere ma non possiamo ascoltare/parlare.

Il comparto camere è composto da:

• camera principale da 50MP con apertura f/1.68,
• camera ultra-grandangolare da 48MP con apertura f/1.7 e campo visivo pari a 123°,
• camera periscopica da 48MP con zoom ottico 5X e apertura f/2.8,
• camera frontale da 42MP con apertura f/2.2 e campo visivo pari a 103°.

Niente jack per le cuffie, ovviamente, ma in compenso un buon audio stereo. Potente e ben bilanciato.

Le prestazioni sono da top di gamma, velocità, fluidità e affidabilità non mancano mai e la Pixel experience si riconferma sempre super piacevole, senza dubbio fra le migliori. Lo stesso vale per il feedback della vibrazione, secco e preciso.

Il prezzo di partenza è pari a 1.199 euro ma io la versione da 128GB la abolirei e infatti sempre a 1.199 euro si trova quella da 256GB, menomale. Per il resto si tratta di un'ottimo smartphone, rinnovato sia dentro, grazie a Gemini e al nuovo processore, che fuori con un design più ergonomico anche se il comparto camere sporge davvero tanto. Usare i Pixel poi è sempre un piacere e l'interfaccia è senza dubbio fra le migliori. Curioso di confrontarlo con iPhone 16 Pro, che uscirà a breve!