Recensione Huawei P60 Pro

In confezione troviamo una cover in silicone trasparente, il cavo dati/di alimentazione e l'alimentatore da 88W con doppia uscita, USB-A e USB-C.

Top di gamma che riescono a rispettare il limite dei 200 grammi se ne trovano pochi e lui è anche non troppo spesso, parliamo di 8,3 millimetri, e non manca la certificazione di impermeabilità IP68. Il touch and feel è quello di uno smartphone premium anche se il design della back dover in versione bianca lo definirei discutibile.

C'è l'always-on display ed in quanto a connettività troviamo: 4G, WiFi 6 dual-band, Bluetooth 5.2, GPS, NFC e connettore USB-C 3.1 con uscita video ed interfaccia desktop. Niente Android Auto e Google Pay non essendoci i sevizi Google.

Il display è un OLED da 6.67" curvo su tutti e quattro i lati con risoluzione FHD+ di 1.220 x 2.700 pixel e refresh rate variabile da 1 a 120Hz. Si tratta di un ottimo pannello, i bordi curvi non causano tocchi involontari e non si nota nessun difetto o effetto trascinamento quando la luminosità è impostata al minimo.

Il processore è lo Snapdragon 8+ Gen 1 con 8/12GB di memoria RAM e 256/512GB di memoria interna.

La batteria è una 4.815mAh con ricarica cablata a 88W (10 minuti da 0 a 50% e 30 per la ricarica completa) e wireless a 50W. L'assenza dei servizi Google e del 5G qui diventa un bene perché  consumano parecchia energia ed infatti con lui arrivo a sera della mia tipica giornata stress con ancora il 30 0 35% residuo.  

In Cina Huawei usa HarmonyOS ma nella versione global, quella che arriva da noi troviamo l'interfaccia della EMUI 13.1, quindi sempre a base Android anche se senza servizi Google e le patch aggiornate a marzo. Abbiamo già parlato più volte della questione servizi Google, se ne può fare a meno/non se ne può fare a meno e la risposta si avvicina ogni volta che ne parliamo sempre di più ad un sì, se ne può fare a meno perché le app alternative che ha pensato Huawei come Petal Search per cercare le applicazioni da scaricare (il Play Store, appunto, non c'è) o Petal Maps per le mappe funzionano già molto bene da tempo e continuano comunque a migliorare. Le applicazioni di terze parti funzionano e sono compatibili quasi tutte, certo quando ne cercate una specifica, magari di nicchia e non va allora può dare fastidio ma in effetti è sempre più difficile che questo accada.

P60 Pro è dual-sim ed in quanto a qualità dell'audio in chiamata non ho nulla da dire, sia in capsula che in vivavoce è molto buono. Il dialer invece è molto basic, non permette di registrare le chiamate e non segnala i possibili numeri SPAM.

Il comparto camere è composto da:

• camera principale da 48MP con apertura variabile f/1.4-f/4.0 e stabilizzazione ottica (25mm),
• camera ultra-grandangolare da 13MP con apertura f/2.2 (13mm),
• teleobiettivo 3,5X da 48MP con apertura f/2.1 e stabilizzazione ottica (90mm),
• camera interna da 13MP con apertura f/2.4.

L'audio è stereo, con un buon volume e di qualità. Niente jack da 3,5mm per le cuffie.

Le prestazioni sono ottime, nulla da dire su velocità e fluidità, che come il display sono da top di gamma. Quello che non è da top di gamma invece è il feedback della vibrazione che non mi è piaciuto, soprattutto per quanto riguarda la tastiera e come ci accompagna durante la scrittura, non è molto preciso.

Il prezzo di questo P60 Pro è pari a 1.199 euro per la versione 8/256GB e a 1.399 euro per la 12/512GB. Tanti, troppi per un telefono che sì è un top di gamma e che va bene un po' in tutto ma che non spicca in niente, non innova e che per quanto Huawei lavori bene per sostituirli, risulta privo dei servizi Google e le comodità come Android Auto e Google Pay. Insomma, sui wearable Huawei sta andando fortissimo, basti pensare alle FreeBuds 5i o a Watch Ultimate che batte anche Apple Watch Ultra, ma sugli smartphone il ban USA pesa ancora.

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