In molti mi avete chiesto di iniziare a provare sound bar e sistemi audio connessi multiroom. Ed ecco il primo sistema, di Yamaha, in test. Devo dire che me ne sono innamorato! A parte qualche iniziale problemino di setup con la rete.
La connessione tra le casse è wireless. Comodo perchè non sempre è possibile cablare per ascoltare al meglio l’audio e allora questa potrebbe essere la soluzione per sonorizzare casa senza l’ausilio di cavi. Oggi proviamo infatti la Music Cast 400 insieme ai Music Cast 20.
La soundbar (100watt di potenza) è dotata di comandi touch sulla parte superiore, mentre sulla parte inferiore è possibile sfruttare dei tasselli per tenerla appesa al muro e i vari ingressi: HDMI (PassTrough, non ha funzioni OSD sulla TV), ingresso digitale ottico ed analogico ed è dotata di WiFi dualband per la riproduzione in streaming dall rete e per la connessione agli altri altoparlanti.
A completare il tutto c’è poi un sub woofer (100 watt di potenza) con un altoparlante con 16 centimetri di diametro. La cosa bella è che il collegamento tra lui e la soundbar è wireless e avviene in automatico, non appena li collegheremo alla corrente. Per quanto riguarda i Music Cast 20 invece bisognerà utilizzare l’applicazione. E qui ho avuto qualche difficoltà iniziale di pairing (confermata dalle lamentele in rete su qualche difficoltà di abbinamento al WiFi). Poi ho riavviato il router e tutto ha magicamente iniziato a funzionare.
La ”camaleonticità” delle Music Cast 20 permette di utilizzarle per creare un effetto surround insieme alla soundbar, oppure utilizzarle in stereo separatamente, oltre che sfruttarle singolarmente, in mono, per il multi-room.
Per accendere la soundbar possiamo utilizzare il telecomando in dotazione, oppure dando il comando ad Alexa o Google Assistant (con i quali è possibile anche regolare il volume o cambiare sorgente ma, attenzione, non fanno da microfono, ci vuole un echo o un assistant per i dare i comandi).
Come si sente? È molto potente, distribuisce benissimo il suono ed anche il woofer lavora molto bene: non distorce mai, è preciso, secco ma mai invadente. E seduto a 2 metri sul divano si sentono le vibrazioni fisiche tipiche delle sale cinematografiche. L’audio (che poi è la cosa più importante) si sente molto bene, pulito, definito ed i ritardi tra le casse sono settabili in maniera fine per avere, nel punto di ascolto, una sincronizzazione perfetta. Se devo trovare un difetto avrei preferito una calibraziona automatica dei ritardi per gli utenti meno esperti.
Comoda poi la funzione, da telecomando, per intensificare la voce nei dialoghi, rendendo l’ascolto di un film ancora più piacevole.
Anche le Music Cast 20 suonano molto bene, Yamaha non deve imparare nulla da nessuno sulla qualità. Su quest’ultima è poi possibile impostare tre sorgenti differenti, ”switchando” tra una e l’altra con i comandi touch posti sopra la cassa.
Da applicazione è poi possibile controllare tutto: far riprodurre musica da Spotify e regolare il volume o ogni altra impostazione per il suono. Il volume può essere regolare singolarmente per ogni cassa/bar/woofer.
Sempre da applicazione è possibile decidere anche la funzione dei Music Cast 20, come detto precedentemente. Se li si dividono (dall’accoppiamento stereo) su ognuno si può far suonare una sorgente diversa.
Mi è piaciuto davvero, l’applicazione è fatta anche bene ma ciò che mi ha impressionato è la qualità audio.
Quanto costa? Soundbar e Woofer circa 700 euro ma, su Amazon e simili, si trova anche a 599 euro. La Cast costa circa 200 euro ma in questi giorni c’è una promo: se si compra la bar (venduta insieme al woofer) e una Cast, la seconda è in omaggio.