Dal pozzo alla distribuzione per finire con il trattamento in depuratore dopo la fognatura. Quanta tecnologia c’è dietro al ciclo delle acque? Ve lo racconto in questo dietro le quinte!
Il viaggio inizia ovviamente dai pozzi, l’acqua che viene estratta subisce un processo di filtraggio diverso in base alla profondità dalla quale proviene, ad esempio quella superficiale passa solo dai filtri a carbone mentre per quella di profondità è previsto prima un’iniezione di ozono.
È da qui che tramite un sistema di pompe gestite elettronicamente ed in continuo dialogo con i dati della torre piezometrica per la regolazione del flusso l’acqua viene spinta fin sulla torre in modo da avere poi la pressione sufficiente, proprio grazie all’altezza e alla forza di gravità, per arrivare fino ai nostri rubinetti.
L’acqua però non viene solo dai pozzi, anzi, enormi quantità arrivano dalla fognatura e dagli scarichi sia urbani che industriali e dopo aver subito moltissimi passaggi di depurazione tutta quest’acqua viene recuperata. Si parte da un primo sistema di grigliatura grossolana per eliminare le parti solide e da lì poi l’acqua passa attraverso una lunga serie di vasche per la purificazione fino alla fase finale che consiste nell’esposizione del flusso ai raggi ultravioletti per l’eliminazione dei batteri rimasti e la sterilizzazione.
Parlavamo all’inizio di tecnologia, la tecnologia infatti è protagonista assoluta di tutto questo viaggio dell’acqua perché che si tratti dei sensori che gestiscono l’afflusso alle varie vasche di purificazione oppure dello stato di salute e di pressione delle valvole del sistema, ogni dato arriva elettronicamente sia alle control room più vicine che al vero e proprio data center centrale, cuore del sistema. Una sala a temperatura controllata contenente tutti i server, con relativi back-up, necessari a monitorare e governare gli impianti. Se il data center è il cuore c’è poi anche il cervello dell’azienda, cioè la sala operativa dalla quale si ha accesso ad ogni informazione in tempo reale sullo stato degli impianti, che si tratti dei pozzi o di quelli di purificazione e si raccolgono anche le segnalazioni provenienti dai cittadini sui disservizi che possono sorgere di tanto in tanto in modo da potersi coordinare ed intervenire tempestivamente.
La conclusione è che da questa avventura alla scoperta degli impianti del gruppo CAP abbiamo scoperto tutto quello che c’è dall’altra parte del nostro rubinetto, che non è di certo poco e soprattutto dove nulla è lasciato al caso.