Vicino al mio ufficio ha da poco aperto un nuovo ristorante. Come sapete sono sempre attento e attratto dalle novità e allora perchè non provarlo? E’ un mercoledì qualsiasi, ma ho la fortuna di pranzare con Chiara e, a entrambi, ci viene in mente quella vetrina, piccolina, ma allegra che avevamo visto qualche giorno prima.
Da fuori, se non si è attenti alle lavagnette, si fa fatica a capire che è un ristorante. Ma la vetrina, le ceramiche appese, la “confusa” allegra ci fanno subito intuire che non si tratta del solito locale fighetto, minimal, asettico, ma ci da più l’idea di calore meridionale.
Le proposte del giorno sono in evidenza all’esterno, il menù è un po’ più defilato e va sfogliato. Poi capiremo che è perchè il proprietario, di Pozzuoli, punta sul fresco, su un menù variabile in base alla spesa fatta e agli ingredienti disponibili. Insomma la lista c’è per legge, ma la proposta varia.
L’ambiente rispecchia la vetrina. piccolino, raccolto, accogliente ma un po’ freddo (non nel senso di temperatura).
Bellissime le ceramiche Vietresi che sono qui usate per i piatti e per qualche arredo. Mettono davvero molta allegria, anche se, in alcuni casi, potrebbero essere le protagoniste rispetto ai colori delle pietanze.
Ci sediamo e, bando alla carta, il proprietario ci racconta l’offerta del giorno. Non è un salto nel buio come spesso accade quando propongono questo tipo di scelta perchè qui, il prezzo, è comunque ben specificato all’ingresso, sopratutto per la porposta del mezzogiorno.
Io prendo i fusilli broccoli e cozze mentre chiara si butta sulla pasta alla siciliana. Nel frattempo ci viene servita una entrée gratuita che, devo dire, si è rivelata molto buona. Una sorta di strudel di melanzane. tiepido. Pasta sfoglia ok, ma le melanzane erano il vero punto forte. Ottime.
Così come ottima la mia pasta, dove il fusillo non era secco, ma fresco, cotto al dente (come piace a me) e molto equilibrato nei condimenti. Anche le cozze erano buone.
La pasta alla siciliana, al contrario, molto più decisa come sapore, ma anche molto più unta. Ma dev’essere così!
Così come la parmigiana che, il proprietario, ha voluto offrirci per farcela assaggiare. Buonissima, sia nel pomodoro, sia nella melanzana. Certo, anche qui l’olio la faceva da padrone, ma ci sta.
I dessert non sono preparati dal ristorante ma da un maestro pasticcere che, quotidianamente, confeziona i dolci. Anche qui, non c’è una carta, ma c’è quello che c’è! Probabilmente il tiramisù non mancherà mai. E meno male!! Primo perchè è il mio dolce preferito, un dolce dove misuro le pasticcerie, un po’ perchè è uno dei dolci più apprezzati universalmente. E il tiramisù del Cucina-mi è molto buono. Cremoso il giusto. Purtroppo c’era un filo di alcool, di amaretto per la precisione che, per me, non ci andrebbe. Ma comunque ben sopra la sufficienza.
Insomma, abbiamo mangiato bene al Cucina-mi. Si mangia di sostanza, bene e si spende il giusto. Noi siamo usciti con un conto da 24 euro. Ok non abbiamo preso il vino, ok non abbiamo preso il caffè, ok non abbiamo pagato la parmigiana ma, tutto sommato, anche 20 euro a testa sarebbero stati giustificati.
Ci tornerò? Si, il mio vicino aveva ordinato una frittura di alici davvero invitante!!!
DOVE | Via Milazzo 6 Milano
WEB | www.naturaeitalia.com