Milano, zona Garibaldi. Piazza Gae Aulenti è un luogo vivo, molto. E i locali in cui mangiare si stanno moltiplicando. Non è di molto tempo fa la recensione di 30 polenta eppure, da allora, di fianco, ha aperto un nuovo ristorante: Ca’Pelletti.
E’ il secondo in Italia, il primo è a Bologna. E se ha avuto successo a Bologna un locale del genere, che propone specialità di quella regione….a Milano dovrebbe spopolare! In effetti è un giovedì, a pranzo. E il locale è pieno, anzi, qualcuno viene anche respinto. E’ vero anche che in zona, in pausa pranzo, ci sono migliaia di impiegati che devono sfamarsi e che Ca’Pelletti è la novità.
Prima di entrare mi soffermo sull’enorme menù che campeggia in vetrina. La prima cosa che mi viene in mente è che è troppo lungo. Troppe cose. Fortunatamente molte sono focalizzate sulla regione a cui si ispira il locale (Emilia Romagna) e che qualche ricetta è stata ripresa direttamente dall’Artusi. I prezzi però non sono propriamente popolari. Non riesco a capire se sia un ristorante dove il cibo e il servizio sono curati oppure un “autogrill” imbellettato.
Entriamo e ci sediamo. I camerieri sono tutti gentili e la richiesta di cosa gradiamo da bere arriva tempestivamente.
Nel frattempo studiamo il menù stampato sulla tovaglietta di carta. Che è poi uguale a quello della maxi locandina esterna.
L’arredo è “finto locanda”. Non riesco a capire se mi piace o non mi piace. Troppo finto forse e decontestualizzato dalla location: un modernissimo complesso di grattacieli uso ufficio. Ma comunque a fuoco per la proposta culinaria.
Per le ordinazioni il cameriere arriva con un ipad dove segna quello che vogliamo mangiare.
I piatti arrivano molto velocemente: a me un piatto della casa, i Bartlaz alla piastra. Mia moglie opta invece per una fiamminga di formaggi essendone ghiotta.
Ne bene ne male. I miei bartlaz non che fossero cattivi, anzi, ma erano tropo asciutti e dal gusto “industriale”. In più il prosciutto crudo più tipo San Daniele che Parma. Formaggi invece buoni.
Assolutamente bocciato il tiramisù. Io lo amo, forse il mio dolce preferito. Crema troppo “aerata” e savoiardo (che non era un savoiardo) inzuppato con liquore al caffè. Non ci siamo proprio. Inoltre servito troppo freddo. Un po’ meglio i 2 spicchietti di piadina alla crema di cioccolato.
Totale, con 1 litro d’acqua, 30 euro.
Pur caratterizzato, negli arredi, nel menù, nel servizio, Ca’Pelletti sembra non avere un’identità. Ne economico ne caro, ne buono ne cattivo, ne “autogrill” ne “ristorante”.
Ci tornerei? Bho?
WEB | http://www.capellettilocandaitalia.it