E si, meno male che c’era la compagnia e una fantastica BMW M4 ad accompagnarmi in questo viaggio gastronomico domenicale perchè il resto……
Location che doveva essere una vecchia cascina, caratteristica ma rovinata da teloni in plastica a chiusura del porticato fuori, banale dentro. Fortunatamente nessun problema con il parcheggio e, a disposizione dei bambini (in estate) un’area verde recintata esterna.
Apparecchiatura senza idee anzi, la confezione plasticata di grissini Roberto ti fa subito capire dove sei e l’attenzione ai dettagli.
I camerieri propongono subito il menù degustazione, probabilmente più per comodità loro che per volontà di far assaggiare le specialità dell’osteria. Chiediamo comunque dei menù alla carta che ci vengono portati.
Il menù degustazione è interessante ma monco di un secondo e, quello che è più fastidioso, chi sceglie questo menù dovrà accordarsi con gli altri commensali del tavolo che hanno fatto la medesima scelta su cosa mangiare tra le alternative altrimenti, parole del cameriere :”lo chef impazzisce”. Poco professionale.
Optiamo per quattro menù, io invece ordino un tagliere di formaggi e risotto giallo con ossobuco. Una specialità milanese.
Nel frattempo in tavola ci viene portata una entrée di classici mondeghili (polpette milanesi) buone ma che non seguono la ricetta originale.
Iniziano ad arrivare gli antipasti, con un ritmo frenetico. Le portate sono quattro.
Molto buono il cotechino con il purè, classico, così come gli sformati alla zucca e formaggio. Ma gli affettati e la giardiniera non sono niente di che, anzi (strano in una zona a confine tra milanese e lodigiano).
I formaggi non sono degni di nota. Anche il Gorgonzola è poco cremoso e l’abbinamento con il solito miele e la solita marmellata di cipolle ha stufato.
Arriva poi il mio piatto principale. Che tristezza quando vedo che il brodo, probabilmente di cottura dell’osso buco, la fa da padrone in fondo al piatto….
Risotto poco mantecato, ossobuco bollito, nervoso. Un piatto che dovrebbe essere unico ma che in questa verisone sembra scomposto. Un matrimonio fallito lo definirei. Unica nota di merito la cottura al dente del riso. Per il resto penso che le foto parlino da sole.
Arrivano poi le tagliatelle di grano saraceno con gamberetti. Praticamente la cara e vecchia mare e monti. Gamberetti pallidi (99% erano surgelati) e piatto “dietetico” sono le definizioni migliori.
Il risotto alla salsiccia si salva, così come i ravioli, anche se lo chef non brilla certo per presentazione e impiattamento.
Arriva il secondo piatto del menù e qui è l’apoteosi degli anni ’80 con la salsina a base di panna e un pesto di mandorle che, francamente, non ho percepito. Ovviamente i funghi non potevano mancare per un degno revival.
Patate buone ma estremamente unte. Troppo!
Siamo al dolce e la sbrisolona con crema di mascarpone convince quattro di noi. Io e un’altra persona optiamo per il tiramisù.
Vi dico solo che la sbrisolona non era altro che un biscottone di pastafrolla (la sbrisolona è tutt’altra cosa) e che il mio tiramisù aveva biscotti ancora croccanti (poco, troppo poco imbevuti), una salsa di cioccolato come guarnizione (non ci stà) e una crema che aveva visto più panna che uova. Tra l’altro servito troppo freddo.
Pessimo il caffè e servizio frettoloso, oltre che a tratti troppo veloce o troppo lento.
Insomma, non posso dire di aver mangiato male, sopratutto alla luce dei 35 euro a testa spesi ma posso dire di aver mangiato tanto. Quello si. Lo posso dire.
Ci tornerei? NO.
DOVE | Casalmaiocco via Libertà 1