In un mondo in cui gli smartphone, nonostante le promesse di anni e anni di aggiornamenti, sono spesso progettati per diventare obsoleti nel giro di poco tempo, c’è ancora chi riesce a dare nuova vita a dispositivi ormai dimenticati. È il caso del Galaxy Note 9, lanciato nel 2018, che oggi gira sorprendentemente con Android 15 e One UI 7 grazie al lavoro appassionato di un developer indipendente: Alex.
Il ritorno del Note 9, sette anni dopo
Il Galaxy Note 9 è stato uno degli ultimi veri “tank” di Samsung: schermo AMOLED curvo, S Pen integrata e un design che all’epoca sembrava uscito dal futuro. Ma oggi, nel 2025, è un pezzo “da museo”. Almeno in teoria. Perché grazie alla Noble ROM, una custom ROM basata sull’ultima versione di Android e personalizzata con l’interfaccia One UI 7 e funzioni Galaxy AI, questo vecchio Note è riuscito a tornare sulla scena, e pure in un contesto non da poco: l’ho portato con me all’evento Samsung Unpacked di New York.
A dispetto dell’età e dell’hardware non proprio attuale, il telefono ha resistito all’intera giornata, documentando eventi, scattando foto e fungendo da compagno tech in una delle giornate più stressanti dell’anno. Sì, con qualche inevitabile rallentamento, caricamenti lenti, lag, e una batteria ormai stanca che alle 12:26 era già al 62%, ma anche con la soddisfazione di poter usare funzioni moderne come l’intelligenza artificiale per modificare le foto o la personalizzazione profonda offerta da One UI.
Oltre i limiti hardware: cosa funziona e cosa no
Ovviamente, non è tutto rose e fiori. Alcune funzioni moderne semplicemente non sono compatibili con l’hardware del Note 9. Ad esempio, il chip Knox non è pienamente supportato, e di conseguenza lo sblocco con volto o impronta non funziona, ma Alex ha chiarito che alcuni aspetti del supporto Knox arriveranno con gli aggiornamenti futuri. Non si tratta mai di una versione definitiva: questa ROM è in continua evoluzione, aggiornata ogni mese non appena Samsung rilascia nuovi update per i suoi dispositivi.
C’è anche un piccolo “inganno visivo”: nella ROM appare la possibilità di aggiungere una eSIM, ma il Note 9 non ha il supporto hardware per usarla davvero. Per aggirare il problema è stato usato un iPhone in tethering con una eSIM attiva, dimostrando ancora una volta come l’ostinazione possa aggirare anche i limiti fisici.
Confronto col presente e riflessioni sul futuro
Durante l’evento Samsung, ho messo il Note 9 anche a confronto con un modernissimo Galaxy S25 Ultra. Le differenze estetiche? Meno marcate di quanto si possa pensare: le dimensioni non sono cambiate molto, ma il peso e lo spessore sì, con il Note 9 che risulta ancora più maneggevole. Il display curvo, tanto in voga nel 2018, oggi appare superato, soprattutto per chi usa spesso la penna: scrivere su un bordo inclinato non è affatto comodo. Anche il trattamento oleofobico degli schermi è un tema interessante: quello del Note 9, dopo anni, si è deteriorato, e lo schermo è diventato un magnete per le ditate.
Le fotocamere sono un altro aspetto che evidenzia l’evoluzione: il Note 9 ha solo una 1x e una 2x, niente grandangolare. Ma le foto, specie in condizioni ottimali, non sfigurano affatto. E grazie alla Galaxy AI si possono comunque ottenere buoni risultati in post-produzione.
La chiacchierata con Alex: passione pura, zero business
La parte più interessante di tutta questa esperienza, però, non è tanto tecnica quanto umana. Alla fine, ho apprezzato fare due chiacchiere con Alex, il developer che ha creato e mantiene la Noble ROM. Ed è emerso qualcosa di prezioso: la passione.
Alex ha iniziato a moddare dieci anni fa, quando il suo telefono smise di ricevere aggiornamenti. Invece di aspettare, ha deciso di imparare. Prima per se stesso, poi per una community che si è raccolta attorno al suo lavoro. Oggi pubblica le ROM su XDA e gestisce canali Telegram attivissimi, dove riceve feedback, corregge bug e rilascia aggiornamenti mensili. Il tutto senza chiedere un euro, se non con la possibilità (facoltativa) di donazioni.
“Mi dà soddisfazione vedere utenti contenti, dice, oppure riuscire a risolvere un bug difficile. È una sfida personale, è quello che mi stimola.”
E proprio grazie al confronto durante la giornata d’uso al Samsung Unpacked, Alex ha raccolto nuovi spunti per ottimizzare ulteriormente la sua ROM. La sua dedizione è sorprendente, soprattutto se si pensa che lo fa gratuitamente, per una community che a sua volta condivide consigli, problemi, soluzioni.
Quando gli si chiede se oggi c’è ancora bisogno delle ROM personalizzate, Alex risponde con onestà: “Sempre meno, perché oggi Android è molto più personalizzabile. E le ROM ufficiali, anche sui telefoni economici, funzionano bene. Ma c’è ancora spazio per chi ama smanettare e per chi non vuole buttare via un dispositivo ancora valido.”
E la promessa dei brand di aggiornare i telefoni per sette anni? Secondo Alex, è sostenibile solo perché le novità software sono sempre meno rivoluzionarie. Gli aggiornamenti futuri saranno per lo più incrementali e non così pesanti da mettere in crisi l’hardware esistente. Ma se così non fosse, c’è sempre Alex pronto a “deinchiodare” i telefoni con la sua Noble ROM.
Una lezione di sostenibilità (e amore per la tecnologia)
Il progetto di Alex è molto più di un esercizio tecnico: è una lezione di tecnologia sostenibile. In un mondo dove si cambia telefono ogni due anni e si produce e si consuma senza sosta, vedere un dispositivo del 2018 ancora in uso, grazie all’impegno di una persona che dedica il suo tempo libero per dare una seconda vita agli smartphone, è qualcosa che fa riflettere.
La ROM Noble è scaricabile da XDA e si può trovare tutto il necessario per il download e l’installazione anche sui canali Telegram curati da Alex, sempre disponibile al confronto.