RECENSIONE MI BAND 10 Xiaomi BEST BUY

Nonostante il nome lasci intendere un salto generazionale, la nuova Xiaomi Smart Band 10 si presenta come un aggiornamento molto contenuto rispetto alla precedente Band 9. Dopo averla testata a fondo, la sensazione che ho provato è quella di un “déjà vu”: le differenze sono minime, quasi impercettibili, ma ciò non toglie che rimanga una delle smart band più complete e convenienti della categoria. Vediamo nel dettaglio cosa cambia, e cosa no, rispetto al modello precedente.

Design e display: leggermente più grande, molto luminoso

Le differenze estetiche rispetto alla Band 9 sono quasi invisibili. Il display AMOLED passa da 1,62 a 1,72 pollici, una crescita trascurabile nella pratica, ma comunque ben gestita. Dove invece si nota un miglioramento tangibile è nella luminosità: si passa da 1200 a 1500 nit. Questo rende la Band 10 perfettamente leggibile anche sotto la luce diretta del sole. In più, è stato introdotto finalmente il sensore di luminosità automatica che funziona davvero bene e rende l’esperienza quotidiana più comoda.

La vibrazione è piacevole e precisa, il movimento del polso per attivare il display è reattivo, e l’always-on display è ancora presente. Tuttavia, rimane l’incongruenza del non disturbare: può essere sincronizzato con lo smartphone o attivato automaticamente quando la band rileva che stai dormendo, ma non si lega al movimento del polso. Questo significa che potresti ritrovarti il display acceso mentre dormi, a meno che tu non imposti manualmente un orario fisso. Una mancanza di logica, che Xiaomi continua a trascinarsi da generazioni.

Funzionalità: quello che serve, ma senza esagerare

La Smart Band 10 continua a non avere né NFCGPS, due assenze che per qualcuno possono essere decisive. Tuttavia, non è pensata come una vera sport band: è più un dispositivo da tenere al polso per monitorare in modo semplice attività quotidiane, sonno, salute e ricevere notifiche. Il GPS, in questo contesto, si può anche accettare come assenza.

Il cuore del sistema resta lo stesso: swipe giù per le notifiche (a cui non si può rispondere), swipe su per accedere alle statistiche e alle funzioni, che includono: frequenza cardiaca, SPO2, Stress, VO2 Max, stato di allenamento, meteo, sveglia, timer, controllo della musica, controllo fotocamera, calendario, corsi di corsa guidati.

È possibile condividere il battito cardiaco con app esterne, e vengono tracciate tutte le attività fisiche più comuni, inclusi sport e nuoto. Quest’ultimo è stato sensibilmente migliorato: il rilevamento delle vasche è più preciso grazie a una nuova bussola elettronica e il battito viene ora rilevato correttamente anche in acqua. La resistenza è certificata fino a 5 ATM (50 metri).

Il touch è diventato più reattivo: anche con mani leggermente sudate funziona bene, segno che Xiaomi ha migliorato la sensibilità del pannello. Rimangono però i limiti con le mani bagnate o sotto la pioggia: come per tutte le smart band, il touch impazzisce in queste situazioni.

Software e app: piccoli miglioramenti, nulla di rivoluzionario

L’applicazione companion resta fondamentalmente la stessa, con piccoli miglioramenti soprattutto nell’analisi del sonno, ora più dettagliata e con qualche suggerimento in più. Gli algoritmi sembrano leggermente migliorati: la band rileva un po’ meglio il battito e in generale offre dati più stabili. Tuttavia, non mi è chiaro se questi miglioramenti software arriveranno anche sulla Smart Band 9 tramite aggiornamenti futuri.

C’è un’ampia scelta di watch face, gratuite e a pagamento, e una discreta possibilità di personalizzazione dell’interfaccia. È anche possibile installare giochini, che aggiungono un tocco di divertimento, dettaglio apprezzato soprattutto dai più giovani.

Autonomia e ricarica

La batteria resta uno dei punti di forza. Xiaomi dichiara 13 giorni, e questa volta la promessa è mantenuta: anche con l’always-on display e notifiche attive, si arriva tranquillamente ai 10-12 giorni. La ricarica è rapida: bastano circa 60 minuti con il caricabatterie magnetico incluso.

Conclusioni e Prezzo

La Xiaomi Smart Band 10 non cambia le regole del gioco, ma affina un prodotto che era già eccellente. I miglioramenti più concreti riguardano la luminosità del display, la reattività del touch e il monitoraggio del nuoto. Per il resto, resta una smart band semplice, affidabile, con un’ottima autonomia, perfetta per chi vuole un compagno discreto al polso, magari accanto a un orologio tradizionale.

Peccato per l’assenza dell’NFC, che sarebbe comoda per pagare senza smartphone, specialmente al mare o durante l’attività fisica. Anche solo un’integrazione con Curve sarebbe una svolta, ma è probabile che Xiaomi continui a ignorare questa possibilità per lungo tempo.

Il prezzo è salito a 49,99 euro (contro i 44,99 della Band 9), ma rimane competitivo. A questo punto, chi possiede già la Smart Band 9 può tranquillamente restare com’è. Chi invece cerca una prima smart band o arriva da un modello molto vecchio, trova qui un oggetto maturo, solido, e ancora oggi uno dei migliori acquisti nella sua fascia. Il sistema di cinturini è compatibile con quelli della Band 9, e ora è disponibile anche una versione in ceramica, più elegante, ma che fa lievitare il prezzo fino a 59,99 euro. A questo punto, si inizia ad entrare nel territorio degli smartwatch economici, con funzionalità ben più avanzate.