Recensione GOOGLE HOME dopo un mese d’uso

Un mese è il tempo minimo per capire davvero come funziona l’ecosistema Home. Perché all’inizio lo odi, non ti capisce, non lo capisci. Ma piano piano, pur con tutti i suoi limiti, inizi ad amarlo….ed il perché è tutto in questo video. Nella speranza che maturi!

Tra l’altro ho voluto provare l’esperienza a 360 gradi e ho utilizzato, contemporaneamente, 2 mini, 1 home e 1 TicHome (della stessa azienda che produce il TicWatch).

Partiamo con una disamina sull’audio. La premessa è che nessuno è un riproduttore HiFi. Google Home Mini è quello che si comporta peggio da questo punto di vista, tanti alti e pochi bassi con il volume regolabile tramite pulsanti touch ma, nel complesso, è anche quello che in relazione al costo si comporta meglio. Per una musica di sottofondo va più che bene e l’audio, con pochi bassi ma con alti squillanti, è perfetto per la voce, anche ad alto volume. Il Tic Home Mini ha un audio più chiuso, causa impermeabilità, più bassi e comandi fisici per comandarlo. Anche qui niente HiFi e un microfono meno sensibile del mini che, da questo punto di vista, mi ha stupito. Il grande del lotto è, ovviamente, quello con l’audio migliore ma…. no. L’audio non è paragonabile ad una cassa come Home Pod di Apple. Ha più bassi ma li distorce a volume alto. Non vale la differenza di prezzo con il mini e lo paragono, come prestazioni, a una cassa Bt da 30/40 euro.

Tic Home Mini ha una particolarità che lo distingue dagli altri due: una batteria integrata che permette di avere circa 6h in standby e 3h in riproduzione ed un bluetooth che permette di collegarsi ad un altro dispositivo di riproduzione senza passare dall’app e di utilizzarlo come vivavoce per il telefono.

E qui ci colleghiamo ad una delle chicche di questi dispositivi! Questi assistenti possono essere collegati a casse bluetooth esterne, così facendo verranno usate per ricevere ed eseguire i comandi, sfruttando però le casse collegate per la riproduzione. In sostanza, poco vi importerà se l’audio di un Home Mini non sarà di vostro gradimento perchè lo potrete dirottare a un impianto HiFi dedicato. E questa è una funzionalità che mi è piaciuta davvero tanto!

Dall’app è poi possibile abbinare altre voci per permettere a più utenti/componenti della famiglia di dare ordini al Google Home. E’ inoltre in forte crescita il numero di dispositivi che riescono ad interfacciarsi con Google Home, facendolo sempre più torre di comando per un sistema domotico.

La musica è riproducibile tramite Spotify, Play Music e Youtube (quest’ultima se c’è una sorgente video disponibile).

Ma l’esperienza quotidiana?

C’è ancora tanto, tantissimo da fare per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Home non riesce a riconoscere richieste fatte utilizzando un linguaggio naturale, quotidiano. Bisogna impartirgli comandi precisi, usando le parole chiave che vuole lui spesso nella sequenza che vuole lui. Insomma, dobbiamo noi adeguarci alla macchina (che forse è anche un bene…pensate se capisse tutto quello che gli chiediamo come un essere umano…..io sarei seriamente preoccupato dal potere che avrebbero le macchine….).

Ma una volta capito il meccanismo, impostare una sveglia, farsi raccontare le ultime notizie, variare la temperatura di una stanza, aggiungere il latte alla lista della spesa saranno piccoli gesti che riusciremo a fare mentre facciamo altro, impartendo comandi a Google. COMODISSIMO! Anche avere più google Home in casa non è un problema perchè tra loro comunicano e capiscono qual’è più vicino a noi attivando le risposte su quello (ma va disattivato il riconoscimento sul telefono altrimenti si attivano entrambi facendo confusione). La noia (in italiano) è che per ogni cosa bisogna iniziare la frase con Ok Google. Però la sensibilità dei microfono, sopratitto su Home e Home mini è ottima e capisce almeno nell’80% delle volte, indipendentemente dal rumore di fondo. Un po’ peggio il TicHome che ha microfoni un filo meno sensibili. Forse anche per colpa della sua impermeabilità.

E la privacy?

Bè, già se usate Google (o i social network) scordatevela! L’argomento è delicato ma io la vedo così: è una questione di sensibilità personale e consapevolezza. Già gli smartphone accesi e configurati per rispondere all'”OkGoogle” ascoltano h24 quello che diciamo. Registrano i comandi? Si! Per consentire al machine learning di Google di diventare sempre più intelligente ed aderente alle nostre esigenze. Se siete consapevoli di questo, se non vi da fastidio aprire l’app sullo smartphone e vedere TUTTI i comandi che avete impartito e tutte le risposte, se non siete così puntigliosi da settare le regole della privacy in maniera maniacale…insomma se non siete come me lasciate perdere. Io sono consapevole che i miei dati vengono usati a scopo commerciale, per far aderire le pubblicità alle mie esigenze, per raccogliere big data sui comportamenti, su dove vado, su cosa compro, su cosa mangio e cosa fotografo, filtro in base a questo quello che mi viene proposto e sono consapevole che Google mi offre un mondo di servizi gratuiti al prezzo di sacrificare un pezzo della mia privacy. E non avendo nulla da nascondere me ne frego consapevolmente. Ah, comunque, su ogni Home,c’è il tastino per escludere il microfono!

Quanto costano?

Google Home Mini costa 59€ (tra l’altro 44 euro in promozione in questi giorni – maggio 2018) ed è il più sensato.

Tic Home Mini in certi ambiti è sicuramente più versatile, ha il grande vantaggio della batteria se vogliamo portarlo per qualche ora con noi, anche solo per l’uso come cassa bluetooth. Ma costa 99€, quasi il doppio.

L’home grande, a mio parere, ha si una qualità audio superiore ma che non giustifica la differenza di prezzo: 149€ (anche lui in promo a 129 in questi giorni).

Insomma, io me ne sono innamorato! Ma ha ancora molta, moltissima strada da fare.