RECENSIONE Samsung Galaxy Watch Ultra

Ha attirato a sé parecchie attenzioni, positive perché lo smartwatch rugged è un oggetto che mancava all’interno del panorama Samsung, negative perché in tanti lo ritengono troppo poco originale rispetto ad Apple Watch. Critiche per alcuni elementi fondate, per altri meno e alla fine lui è in effetti uno smartwatch davvero ben fatto e super resistente. Se abbia senso o meno sta a voi deciderlo, ma questo vale per lui come per tutti gli altri smartwatch, Apple Watch compresi.

Un modello inedito Watch Ultra che, disponibile unicamente nella versione da 47mm e con una cassa a metà tra rotonda e quadrata costruita in titanio di grado 4 offre un display Super AMOLED di forma circolare con una luminosità di picco di 3000 nit, diventando così il più luminoso tra tutti i Galaxy Watch, protetto da vetro zaffiro antigraffio. La resistenza alla pressione è pari a 10 atmosfere e rimane la certificazione IP68 anche se nonostante questi numeri non va ad eguagliare Apple Watch Ultra e Huawei Watch Ultimate che sono consigliati per le immersioni subacquee con tanto di algoritmi di decompressione come i veri computer di immersione, lui è consigliato “solo” per il nuoto, anche in mare.

I pulsanti del Galaxy Watch Ultra sono posizionati tutti sul lato destro. Una critica riguarda l’assenza di un sistema di controllo esclusivamente basato sui pulsanti, che sarebbe utile in situazioni in cui si indossano i guanti. Il dispositivo utilizza un’interfaccia touch, senza una ghiera girevole, ma con la possibilità di usare il touch come ghiera virtuale. Le funzioni del software includono risposte rapide ai messaggi, integrazione con Google Assistant, e la possibilità di emettere un SOS in caso di emergenza con una sirena che suona ad un volume davvero alto.

Il Galaxy Watch Ultra è dotato di una vasta gamma di sensori che ho trovato tutti molto precisi: GPS a doppia frequenza, sensore di battito cardiaco, SpO2, e la possibilità di effettuare elettrocardiogrammi e misurare la pressione (previa calibrazione con uno sfigmomanometro). Il nuovo processore Exynos W1000 a 3 nanometri garantisce ottime prestazioni, non ci sono dubbi, e prometteva un’efficienza energetica migliorata, cosa che purtroppo non riesce comunque a soddisfarmi. Evidentemente il problema non è il processore ma il sistema operativo, sappiamo bene come Google Wear offra una moltitudine di app e possibilità facendolo quasi diventare un mini smartphone vista anche la compatibilità con le eSIM ma evidentemente consuma troppo e la sua batteria da 590mAh non riesce a fare miracoli raggiungendo al massimo i 2 giorni di autonomia con tutte le funzioni attive.

Si tratta di un’autonomia che in realtà è in linea con la concorrenza e neanche male in generale ma che personalmente non trovo abbastanza. Lo smartphone ormai lo abbiamo sempre dietro quindi avrei preferito forse qualche funzione in meno ma una settima di autonomia, cosa impossibile sugli Android Wear e sugli Apple Watch, ecco perché non mi vedete mai utilizzare questi smartwatch se non quando li ho in prova.

Le conclusioni le abbiamo già tratte, il suo prezzo, nell’unica versione disponibile da 47 millimetri con connettività LTE, è pari a 699 euro e considerando anche gli sconti che si trovano online e sul sito Samsung ci sta considerando qualità costruttiva, completezza della sensoristica e funzionalità, l’ho usato per effettuare telefonate e si riesce senza problemi, l’app Samsung è sempre affidabile e ben fatta, il monitoraggio della salute e del sonno è da vero top di gamma, io però preferisco quelli con ben più autonomia ma forse è un problema più di abitudini mie che altro. Voi che ne pensate? In assoluto comunque è più che promosso!

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