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Da iPhone 6s plus a Galaxy S7 edge. Si può fare??!!

Ringrazio l’amico Alberto Comper, Solution Consultant Digital Media di Adobe, per essersi offerto di raccontare la sua esperienza. Da nativo iPhoniano della prima ora, sia per lavoro che per svago, leggiamo assieme com’è stato il passaggio ad Android con l’S7 edge.

“Ecco il primo (ma forse anche l’ultimo) articolo sulle avventure semiserie di un nativo iPhone alle prese con l’uso di uno smartphone Android in ambiente aziendale e non.

Da curioso come sei te di telefonia, la mia idea era quella di capire se, da parte di un utente iOS della prima ora, il cambio verso Android fosse o meno una cosa semplice o complicata, e soprattutto di esaminare quali siano gli aspetti migliorativi e quali i peggiorativi.

A questo scopo, ho deciso di abbandonare momentaneamente l’uso del mio fedele iPhone6 plus in favore di quello che, all’unanimità, è considerato uno tra i migliori smartphone Android (se non il migliore) sul mercato, ovvero il Samsung Galaxy S7 Edge.

Intenzionalmente mi sono prefissato, per quanto riguarda l’S7, un’approccio “out of the box”, utilizzando principalmente solo le applicazioni preinstallate e altre standard di mamma Google, senza ricorrere ad eventuali strumenti di personalizzazione (Launcher ed altri tools del genere) che caratterizzano il mondo Android. Inoltre, più che valutare il comparto hardware o quello che uno sa fare e l’altro no (le cose importanti sono ormai disponibili su entrambe le piattaforme), mi sono concentrato soprattutto su un tema a me molto caro, ossia l’esperienza d’uso, che, senza possibilità d’appello, per me deve essere semplice, intuitiva, fluida, funzionale, coinvolgente e gratificante.

Partiamo dalle cose essenziali: la posta elettronica è certamente una delle mie priorità, per cui come prima cosa definisco gli account che mi servono, uno aziendale ed uno di Gmail. Nessun problema, rapidamente mi ritrovo tutti i miei contatti, la mia agenda e le mie mail. Il client di posta dell’S7 riserva delle belle sorprese, ed altre meno. Per esempio mi piace il raggruppamento delle mail per conversazione, che rende la consultazione molto più compatta: lo fa anche S7, ma non nella vista ad elenco generale, bensì solo aprendo una mail appartenente ad un thread compare un pulsante in basso a destra che permette di visualizzare l’intera conversazione. Di contro trovo comoda la possibilità di ricerca per mittente, destinatario, oggetto o qualsiasi delle tre. Mi piace  molto l’applicazione del calendario, chiara e ben fatta, cosi come nulla da evidenziare nella gestione dei contatti.

In tempi brevi mi scontro con quello che ritengo sia il maggior “difetto” con cui un utente iOS si deve confrontare quando passa a questo smartphone Android: non tanto il tasto destro a sfioro di ritorno, ma quello sinistro del multitasking lo trovo a dir poco fastidioso, in quanto soprattutto impugnando il telefono o in fase di digitazione mi risulta molto facile premerlo involontariamente. Questa cosa della pressione involontaria di un qualche cosa che scatena una reazione del telefono mi capita molto frequentemente, non so se dovuto a mia goffaggine nel toccare il telefono o ad altro, sta di fatto che con iPhone non mi succede praticamente mai. A mio parere si tratta di una eccessiva sensibilità dell’interfaccia, troppo ricca di zone sensibili come la tapparella delle notifiche, i widget o il menù a scomparsa laterale, oppure del fatto, per quanto riguarda il tasto del multitasking, che si trova troppo vicino al display, per cui in fase di iterazione con ciò che appare a video, è troppo facile toccarlo inavvertitamente. Altra cosa odiosa è che la pressione prolungata del medesimo tasto attiva la funzione multi Windows: forse ad alcuni piacerà, ma per me è  inutile e noiosa, e non c’è  modo di disattivarla se non con un toggle di terze parti (che si disattiva se il telefono viene riavviato). Di contro la visualizzazione delle applicazioni aperte permette con un pulsante la loro chiusura istantanea, cosa che ad oggi, in maniera del tutto assurda, iOS ancora non permette.

Mi piace molto la tastiera, anche se, facendo eccezione alla regola, ho installato la SwiftKey, che utilizzo anche su iOS, ma che su Android è più ricca di opzioni ed offre un feeling nella battitura migliore (sembra banale, ma il diverso tono sonoro nella battitura tra i tasti e la barra spazio aiuta molto a capire se stai digitando correttamente).

Ecco una cosa che non mi va giù: su iPhone uso, con soddisfazione, Foto di Google, il quale semplicemente legge le foto del rullino di iOS e le gestisce con i suoi strumenti. Su S7 la cosa non è cosi immediata: assurdamente, se voglio cancellare una foto dal catalogo in Foto, l’applicazione mi chiede di farlo in “Galleria”, il che, tra aprire l’app e tutto il resto devo fare 4 tap invece che 2: ecco un caso di cattiva esperienza d’uso. Per non parlare di un bug adesso scomparso per cui Foto si ostinava a non salvare le modiche apportate. Decisamente più gratificante invece l’uso della fotocamera, che, oltre a permettere di impostare diverse proporzioni per le foto oltre ai 4:3 a cui invece ti limita iPhone, si attiva molto velocemente col doppio click sul pulsante home del telefono. Nota di demerito, e cosa che non mi spiego, il fatto che il passaggio dalla fotocamera alla videocamera implica l’istantaneo avvio della registrazione video, senza quindi darti il tempo di inquadrare il soggetto prima.

In favore di S7 ci sono due oggetti hardware che devo menzionare, e che hanno anche determinato la mia personale curiosità nei confronti del prodotto di Samsung: la ricarica ad induzione ed il Gear VR. Il primo è comodissimo, dal momento che personalmente metto più volte in carica il telefono durante la mia giornata lavorativa, ed il farlo appoggiandolo semplicemente su una basetta anziché collegandolo con un filo è davvero una piccola grande comodità. Riguardo il supporto per la ricarica ad induzione (quello originale Samsung), mi è capitato questo fatto curioso: il supporto si trova appoggiato sul comodino a fianco del mio letto, e la sera prima di coricarmi sento uno strano rumore, come una espirazione alternata a 4/5 secondi di silenzio che poi riprende ciclicamente. Davvero curioso, per non dire anche un po’ inquietante, finché ho identificato la provenienza di questo rumore proprio nella ricarica ad induzione con l’S7 appoggiato per la ricarica. Sembra quasi che respiri in fase di funzionamento!
Gear VR, che costa una modica cifra, mi ha davvero impressionato: parliamoci chiaro, la qualità visiva è ancora scadente, specie per palati fini come noi che ormai sotto il “retina” ci fa schifo tutto, ma in termini di immersività ed esperienza sensoriale è davvero stupefacente, e rende l’idea di cosa il futuro prossimo ci riserva. Non lo ritengo idoneo ancora per vederci un film per esempio (ripeto, la qualità video ancora non è soddisfacente), ma per massacrare alieni con uno sparatutto spaziale va più che bene, e già con questo si è ripagato da solo.