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Google rilascia Gemini su Pixel 8 Pro, il primo smartphone con AI integrata offline. Che il futuro sia arrivato?

Si parla di intelligenza artificiale, se ne parla sempre di più e la troviamo ormai praticamente ovunque, dove sta quindi la novità? Oggi parliamo di Gemini, un modello di intelligenza artificiale generativa che arriva grazie all’ultimo feature drop su Pixel 8 Pro e che risiede interamente all’interno del dispositivo, funzionando anche offline. Le sue caratteristiche però non finiscono di certo qua quindi cerchiamo di scoprire qualcosa.

Google descrive Gemini come il modello più generale e capace che abbia mai sviluppato e probabilmente è proprio questo il punto, la sua capacità di elaborare in maniera continua diversi tipi di informazioni. Che si tratti di testo, immagini, audio, video o codice informatico Gemini riesce a gestire tutto in maniera simultanea, combinando questi molteplici input e non andando per compartimenti stagni, giusto per intenderci. Come dicevamo Gemini gira su Pixel 8 Pro grazie all’ultimo aggiornamento e questo è reso possibile dal fatto che Google ha pensato il modello in tre dimensioni diverse. Gemini Ultra è il modello più grande e potente, destinato ai compiti altamente complessi e che ha bisogno di un intero data center, poi c’è Gemini Pro, probabilmente quello più versatile, adatto ad essere applicato su larga scala ed infine troviamo Gemini Nano, il modello più efficiente che rende possibile la sua esecuzione anche su uno smartphone, il Pixel appunto.

Un’intelligenza artificiale multimodale, addestrata fin dal pre-addestramento a ragionare in maniera continua fra ogni tipo di input riuscirà ad elaborare ad esempio immagini e testo insieme, fornendo risultati migliori, potrà suggerirvi idee, usare la “fantasia” per consigliarvi su cosa disegnare o cosa creare partendo da determinate forme, materiali, elementi che gli mostrate e descrivete mettendoli a disposizione. La sua naturalezza è ciò che più sorprende e la potete vedere, capire guardando il video dimostrativo qui sotto.

Abbiamo detto che Pixel 8 Pro riceve Gemini Nano con l’ultimo feature drop e questo in cosa si traduce? Le principali novità mostrate da Google sono due, una è la “Summarize in Recorder”, cioè la capacità di creare partendo dalle vostre note vocali appunto un sommario, una sorta di appunti scritti che in modo schematizzato riassumono ciò che in quella nota viene detto a voce. Questo significa non solamente la “banale” trascrizione del vocale ma il  poter riassumere qualcosa prevede ovviamente da parte dell”AI una vera comprensione,  interpretazione ed elaborazione del linguaggio. La seconda funzione è quella delle risposte automatiche fornite dalla tastiera Google, la Gboard. Funzione chiamata appunto “Smart Reply in Gboard” in lingua originale, che al momento arriva con la versione sviluppatori del software Pixel e che funziona solo su WhatsApp anche se il prossimo anno verrà estesa ad altre app. Come intuibile dal nome consiste nella capacità della tastiera di prevedere le nostre risposte ai messaggi che ci arrivano suggerendocele velocizzando così le nostre conversazioni.

L’intelligenza artificiale svolge un ruolo ormai fondamentale all’interno dei nostri smartphone ed è coinvolta in praticamente ogni funzione, non solo quelle più “wow”. Google ad esempio ci descrive una migliorata capacità della fotocamera di capire cosa c’è nella nostra foto agendo di conseguenza. Se riconosce il nostro cane che corre ci aiuta a rendere lo scatto più nitido togliendo l’eventuale effetto mosso, se riconosce diversi soggetti elabora la luce in modo da farli risaltare al meglio, in caso di paesaggio magari fa risaltare invece il verde di un bosco per renderlo più vivido e piacevole, dalla foto di uno scontrino invece può togliere le macchie di caffe.. Insomma, che sia la fotocamera, la schermata home sempre più personalizzabile o qualsiasi altra cosa lo smartphone si adatterà sempre di più alle nostre abitudini ed esigenze e non risulta difficile crederlo dato che questo processo lo abbiamo già avvertito ed è iniziato da un po’. Chissà cosa ci riserverà il  2024, che sia l’anno della svolta in un mercato smartphone ultimamente sempre più carente di novità?