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Xiaomi presenta ricorso contro l’inserimento nella “black list” U.S.A. | posizione ufficiale dell’azienda

Circa 15 giorni fa è saltata fuori la notizia dell‘inserimento, da parte del Dipartimento della Difesa U.S.A., di Xiaomi all’interno dell’elenco NDAA (National Defense Authorization Act), la cosiddetta “black list”. Una ulteriore stretta da parte del governo americano nei confronti delle aziende di provenienza cinese.

C’è da sottolineare subito che questa “black list” in cui è stata inserita Xiaomi non è la stessa in cui fu inserita Huawei e non comporta le stesse conseguenze. Nessun pericolo per i servizi Google sui prodotti Xiaomi.

Il Dipartimento della Difesa ha inserito Xiaomi all’interno dell’elenco NDAA perchè considera la società come una “Società militare cinese comunista”.

Xiaomi aveva immediatamente pubblicato un nota ufficiale in cui si dichiarava estranea ai fatti e in cui ricordava che i suoi prodotti sono da sempre progettati per l’utilizzo civile e commerciale, confermando inoltre di non essere “posseduta, controllata o affiliata all’esercito cinese e di non essere una società militare comunista cinese come definita dal NDAA”.

Xiaomi, in data 29 gennaio 2021, ha deciso di presentare un procedimento presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti nei confronti del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, sostenendo che la “decisione” di considerare la società come una “società militare cinese comunista” ai sensi del NDAA sia di fatto errata e abbia privato la società di un giusto processo. Pertanto, al fine di proteggere gli interessi degli utenti, dei partner, dei dipendenti e degli azionisti globali della Società, la stessa ha chiesto ai tribunali di dichiarare illegale la Decisione e di revocarla.